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A una settimana dalle cariche di Pisa, migliaia di manifestanti sono scesi nuovamente in strada per protestare contro il "genocidio israeliano" a Gaza
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A Pisa migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione pro Palestina e contro le cariche della polizia del 23 febbraio. In testa al corteo, uno striscione con su scritto "Pisa in piazza contro bombe e manganelli" e "Pisa non ha paura. Stop al genocidio. Studenti pro Palestina" oltre a bandiere palestinesi e della pace. Centinaia di manifestanti sono scesi in piazza anche a Milano, contestando il presidente dell'Anpi di Milano, Roberto Cenati, che si è dimesso in disaccordo con l'uso da parte dell'associazione del termine "genocidio" per indicare quanto sta accadendo a Gaza. Cortei anche a Firenze, dove un migliaio di partecipanti si è radunato di fronte al consolato degli Stati Uniti.
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A una settimana dalle cariche di Pisa, studenti provenienti da tutta Italia sono dunque tornati in piazza per manifestare solidarietà e vicinanza al popolo palestinese. Intanto Fratelli d'Italia ha sostenuto l'iniziativa di vicinanza agli agenti di polizia visitando alcune questure del Paese. "Le aggressioni subite dalle nostre donne e dai nostri uomini in divisa sono inaccettabili", ha detto l'assessore regionale piemontese Elena Chiorino, che ha preso parte alla delegazione di Biella guidata dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro.
I riflettori della protesta sono stati, ovviamente, tutti rivolti verso Pisa, dove in migliaia sono scesi in piazza per chiedere il "cessate il fuoco" a Gaza sventolando bandiere della pace e palestinesi. Nonostante il clima di tensione della vigilia, il corteo si è chiuso senza alcuna problematicità, come del resto nelle altre piazze d'Italia. Alla manifestazione, scandita da continui slogan contro "Israele fascista e terrorista", hanno preso parte alcuni esponenti del Pd e della sinistra, compreso il presidente della provincia, il dem Massimiliano Angori.
A Firenze, invece, qualche centinaio di studenti si è ritrovato davanti al consolato statunitense, protetto da transenne, prima di partire in corteo per le strade della città e concludere l'agitazione in piazza Santo Spirito. Su un lungo striscione l'appello a "fermare il genocidio a Gaza" e al "cessate il fuoco". Il numero di manifestanti è poi aumentato a circa mille persone e il corteo si è diretto sui lungarni. La manganellate di Pisa, stigmatizzate dallo stesso presidente Sergio Mattarella, non hanno dunque scoraggiato la protesta. Manifestazioni, infatti, sono state organizzate da Nord a Sud.
A Roma gli studenti hanno esposto la foto del presidente israeliano Benjamin Netanyahu e della premier Giorgia Meloni imbrattata con impronte delle mani verniciate di rosso, a simboleggiare il "sangue dei palestinesi". Con il suono delle bombe a risuonare nelle casse, il corteo ha attraversato le strade della Capitale, scandendo anche slogan contro Segre e la premier, per concludersi davanti all'Università La Sapienza dove gli studenti hanno intonato "Bella Ciao".
In 1.500, invece, si sono ritrovati a Milano per il ventunesimo corteo pro-Palestina al grido di: "Fermiamo il genocidio, salviamo Gaza". Prima della partenza, i manifestanti si sono raccolti in un minuto di silenzio per commemorare i morti del "massacro della farina", che ha visto "150 uccisi e più di mille feriti" solo perché "volevano recuperare qualcosa per dar da mangiare ai propri figli". Non sono mancati anche qui slogan contro Meloni e Biden. E mentre gli studenti sfilavano per le strade e le piazze, esponenti di Fratelli d'Italia invece facevano visita alle questure in segno di solidarietà agli agenti di polizia, vittime di minacce e insulti in seguito alle cariche di Pisa. Soltanto venerdì un dirigente della Digos di Bologna è stato colpito dalla vernice rossa lanciata dalla manifestazione dei collettivi studenteschi. E anche alcuni militanti di Fratelli d'Italia, tra l'altro, sono stati aggrediti in mattinata a Torino dagli antagonisti dei centri sociali mentre era in corso un volantinaggio.