Poi ha tentato il suicidio

Pisa, il killer di Maurizio Gucci ha sparato al figlio per un graffio sull'auto

A far "perdere il controllo" a Benedetto Ceraulo, dicono i carabinieri, sarebbero stati futili motivi. Per l'uomo, che è in gravi condizioni e piantonato in ospedale, è scattato l'arresto

23 Apr 2025 - 14:45
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Un graffio sulla sua auto fatto dal figlio. Sarebbe questo il motivo all'origine della lite che martedì ha portato Benedetto Ceraulo, l'esecutore materiale dell'omicidio di Maurizio Gucci, a sparare al figlio 37enne e poi a tentare il suicidio nell'abitazione a Santa Maria a Monte (Pisa). A far "perdere il controllo" all'uomo, dicono i carabinieri, sarebbero stati dunque futili motivi, anche se le indagini sono ancora in corso. Il 37enne non è in pericolo di vita mentre Ceraulo, che è in gravi condizioni, è piantonato in ospedale e nei suoi confronti il pm ha disposto l'arresto.

Usata una pistola di piccolo calibro con matricola abrasa

 Dagli accertamenti dei carabinieri, l'arma che sarebbe stata utilizzata è una pistola di piccolo calibro con matricola abrasa, ritrovata sul posto. Il pm ha proceduto inoltre con la richiesta di convalida dell'arresto al gip per i reati di tentato omicidio con l'aggravante della recidiva specifica e detenzione di arma clandestina, ugualmente con recidiva specifica.

L'omicidio di Maurizio Gucci

 Benedetto Ceraulo, di 63 anni, è stato l'esecutore materiale dell'omicidio di Maurizio Gucci, avvenuto il 27 marzo 1995 nell'androne di via Palestro 20 a Milano. Secondo le ricostruzioni giudiziarie, Ceraulo fu ingaggiato per compiere l'assassinio da Orazio Cicala, su indicazione di Ivano Savioni e Pina Auriemma, quest'ultima amica e confidente di Patrizia Reggiani, ex moglie di Gucci e mandante del delitto. La mattina del crimine, Ceraulo sparò quattro colpi di pistola a Gucci, uccidendolo, e ferì anche il portiere dello stabile, Giuseppe Onorato.

La condanna di Benedetto Ceraulo

 Condannato in primo grado all'ergastolo, la pena di Ceraulo fu successivamente ridotta a 28 anni e 11 mesi di reclusione. Durante il periodo di detenzione, ha partecipato a progetti di reinserimento sociale, tra cui la produzione vinicola sull'isola di Gorgona, sotto la guida della famiglia Frescobaldi. Dopo aver scontato parte della pena, era stato rilasciato.

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