Polizia Postale e Digos, con le unità cinofile specializzate della Polizia di Stato, hanno eseguito otto perquisizioni in tutta Italia. Gli indagati utilizzavano la piattaforma per condividere consigli in chat
Parlavano di pistole, coltelli ed esplosivi, delle proprie esperienze, oltre a condividere consigli su come fabbricare armi in casa. Questo il contenuto di una chat Telegram frequentata da un gruppo di minorenni provenienti da tutta Italia. Dopo una lunga indagine, gli investigatori del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Milano hanno così individuato otto persone, che nelle ultime ore sono state perquisite dalla Polizia Postale e dalla Digos. I giovani si trovavano a Milano, Treviso, Pisa, Avellino, Lecce, Sassari e Nuoro.
Nella chat i minori condividevano le proprie esperienze con le armi, anche tramite foto e video: "I miei genitori sono contrari alle armi allora me le fabbrico io oppure me le prendo da qualche parte" "Ci ho sparato con una Glock vera...", "te lo dico perché le modifico da quando avevo 14 anni", afferma uno di loro. Altri si vantavano di girare spesso armati, sia con coltelli che con pistole (finte o da softair), portandoli anche a scuola: "Io avevo una Glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano", ha affermato uno dei giovani, ora indagato. I ragazzi condividevano anche consigli sulla modifica delle armi o sulla fabbricazione di veri e propri esplosivi come molotov e napalm. Avete mai fatto una molotov? Io sì…", "Martedì provo a fare del napalm", "Qualcuno ha un video tutorial per un detonatore?", "buon pomeriggio, ecco a voi un piccolo dispositivo", questi alcuni esempi dei messaggi che i giovani si scambiavano nel corso delle giornate.
L'indagine è il frutto dell'operazione "Alchimia", condotta tra ottobre 2022 e febbraio 2023, che rientra "in una più ampia problematica di utilizzo distorto dei social network e delle altre risorse della Rete da parte di giovani e giovanissimi". Coordinata dal Procuratore Capo del Tribunale per i Minorenni di Milano Ciro Cascone, l'indagine ha quindi portato alle perquisizioni eseguite in tutta Italia, grazie anche all'aiuto delle unità cinofile specializzate della Polizia di Stato.