Il segretario generale di "Libertà e Sicurezza" Giovanni Iacoi spiega a Tgcom24 l'emergenza: "Gli agenti si pagano da soli magliette e pantaloni"
di Imma Baccelliere© ansa
Pantaloni logori e troppo grandi, magliette rotte e divise invernali anche in estate. E' la situazione in cui versa la polizia di Stato, alle prese con una vera emergenza: non ci sono uniformi per gli agenti, costretti ormai da anni ad acquistare con i propri soldi l'abbigliamento da lavoro. La denuncia arriva da Libertà e sicurezza, il sindacato che a Palermo si è trovato costretto a comprare 12 pantaloni per coprire le mancanze. Il segretario generale, Giovanni Iacoi, a Tgcom24, spiega però come il problema riguardi ormai tutta l'Italia: "A malincuore dobbiamo ammettere che ci arrivano segnalazioni da Nord a Sud e la situazione va avanti così da anni".
L'allarme è partito da Palermo dove il sindacato ha deciso di pagare di tasca propria i pantaloni necessari per permettere agli agenti di sostituire i capi d'abbigliamento vecchi e logori. "Il nostro è solo un gesto simbolico - ha spiegato a Tgcom24 Pasquale Guaglianone, segretario provinciale di Les - Dodici pantaloni non sono minimamente sufficienti, ma non possiamo colmare noi questa mancanza. Ogni paio di pantaloni costa 40 euro e per un sindacato come il nostro questa è già una grossa spesa". Dal ministero degli Interni, dove sono state inviate molte segnalazioni, nessuno è però mai intervenuto. Così il segretario generale Giovanni Iacoi si rivolge direttamente a Matteo Salvini: "Siamo felici che il ministro utilizzi la nostra maglietta, vorremmo però chiedergli di permettere anche a noi l'onore di sfoggiare questa bella divisa"
L'emergenza va avanti da quando, nell'ultima legge di bilancio, sono stati tagliati 2 milioni di euro destinati alle divise. Anche le stesse accademie degli allievi si trovano a dover affrontare lo stesso problema. "Una volta gli allievi erano i primi a ricevere le divise, oggi invece gli uffici amministrativi si trova costretta a chiedere ai ragazzi di pagarsi da soli il vestiario" spiega a Tgcom24 il segretario generale Iacoi.
Ma non solo gli allievi sono costretti a mettere mano al portafoglio: i poliziotti si trovano spesso costretti a pagarsi da soli polo, pantaloni o magliette. "Spesso mentre siamo in servizio, roviniamo le divise. E' parte del nostro lavoro - continua Iacoi - ma nessuno ci fornisce più capi sostitutivi. A volte bisogna accontentarsi di quel poco che si trova in magazzino. Se un agente indossa la taglia 46, si trova costretto a mettersi una 54 perché non abbiamo alternative. Pensate a quanto possa essere imbarazzante girare con i pantaloni cadenti e le magliette rotte".
Si tratta di garantire le condizioni minime di decoro, spiegano dal sindacato. Anche durante la parata del 2 giugno, i poliziotti si sono dovuti arrangiare con uniformi di seconda mano. "Una situazione del genere non sarebbe tollerabile per nessun capo dell'Arma dei Carabinieri o della Guardia di Finanza, perché invece il capo della polizia tollera tutto ciò?" chiede Iacoi. "La verità - continua il segretario di Les - è che sono stati spesi inutilmente 6 milioni di euro per i nuovi distintivi che si sono scollati il giorno dopo".
In attesa di ricevere risposte concrete dal ministero, il segretario Iacoi lancia un'ultima provocazione: "Credo che l'unica cosa che resta da fare è scendere in strada nudi".