Ponte Morandi, Castellucci: mi sento responsabile ma non colpevole
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Nel tragico crollo del viadotto autostradale sul torrente Polcevera il 18 agosto del 2018 persero la vita 43 persone
L'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee nel processo per il crollo del ponte Morandi, in cui il 18 agosto del 2018 persero la vita 43 persone. L'ex numero uno di Aspi ha parlato per la prima volta in aula, esordendo così: "Mi sento tuttora responsabile ma non colpevole. Responsabile su quello che era la gestione del ponte e in quanto custodi del bene questa responsabilità me la sento". Castellucci è tra i 58 imputati nel processo per il tragico crollo del viadotto autostradale sul torrente Polcevera. In aula presenti anche i familiari delle vittime.
"Questa tragedia mi ha colpito nel profondo, sono stato consapevole della sua dimensione per le vite spezzate, per l'assurdità della morte, spazzate su un viadotto in una mattina di agosto", ha aggiunto Castellucci. "Penso che questa tragedia abbia afflitto non solo Genova ma tutta l'Italia e chi ha il senso della comunità". "Io ero ad della società che ha gestito il ponte e questo peso lo sento ancora adesso. Sono stato tra i primi ad arrivare, ho cercato di aiutare nei comitati di crisi mi sono messo a disposizione del presidente della Regione ma con ammirazione verso chi gestiva la crisi, verso chi salvava vite, chi stata scavando. E ho sentito la frustrazione di non potere essere utile se non accelerando quello che potevo fare, come la strada del Papa (strada a mare, ndr) e ho fatto nei mesi successivi tutto quello che era utile per alleviare pene di chi soffriva e tutto ciò non è bastato".
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"Ho sempre dato la disponibilità alla ricostruzione del ponte, la collaborazione con il sindaco e poi commissario Marco Bucci è stata totale. Certo noi avremmo potuto farlo più velocemente", ha detto ancora. Il rifacimento del viadotto fu invece affidato al consorzio italiano che escluse Aspi da ogni azione.
"Per tutti questi anni ho cercato di essere silente perché ho pensato che la verità dovesse uscire in maniera piena e libera. Per altro su un ponte che io conoscevo solo di sfuggita. Oggi sono qui per dire tutto ciò che so e che ho fatto per dare il mio piccolo contributo alla verità", ha proseguito Castellucci. "Ho chiesto che tutte le vittime fossero rimborsate. Il mio bonus l'ho devoluto a favore delle vittime, per supportare gli studi dei figli. Spero che questi contributi siano andati a buon fine, io non ne so più nulla perché non ho più rapporti con Aspi e Atlantia". E ancora: "Non mi sono mai sottratto ai confronti con i parenti delle vittime, e le vittime non sono solo i morti. Ho cercato di fare quello che potevo ma questo diventa nulla in confronto all'enormità della tragedia e ne sono consapevole".
L'ex ad di Aspi si è mostrato pentito per le comunicazioni fatte all'indomani del crollo. "Ho sbagliato il comunicato nei termini e modi. Un comunicato voluto da Consob e col senno di poi lo considero una cosa sbagliata" ha detto in aula ai giudici. "Mi ha addolorato il fatto che a crollare sia stato un ponte sul quale una società ricca investiva e sul quale i lavori erano continui. Su quel ponte si lavorava da almeno tre anni continuamente. Un ponte sul quale una grande società di ingegneria, Cesi, non più tardi di due anni prima e poi confermato a valle della tragedia aveva scritto senza dubbio che le procedure di ispezione erano sicuramente adeguate. Era un ponte su cui si investiva con regolarità almeno negli ultimi tre anni e su cui c'erano rassicurazioni di società serie. Non riesco ad accettare che questo ponte sia crollato. È stata una sconfitta per tutti: per la collettività, per gli sforzi che avevano portato a una sicurezza totale sulle nostre Autostrade".
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"Manutenzioni risparmiate per garantire più dividendi? I costi per le manutenzioni non sono mai calati", ha affermato Castellucci. "È stato presentato un grafico con il calo delle manutenzioni, ma vi assicuro che essere accusato di aver tagliato le manutenzioni per dare più dividendi non lo posso accettare. Il dividendo del 2017 - ha spiegato l'ex top manager - era dovuto a un fatto straordinario, in quell'anno si decise un riassetto organizzativo, un asset veniva passato da Autostrade ad Atlantia". "Il piano finanziario di Aspi con il decreto Genova presenta circa 21 miliardi di dividendi in 19 anni dal 2020 al 2038. Un importo quasi doppio di quello distribuito prima del 2016. Ritengo che l'idea di dividendi abnormi e crescenti sia un'idea che non ha basi. Le manutenzioni avevano un importo superiore a quello previsto dai contratti. Posso solo dire - ha concluso Castellucci - che Autorità dei trasporti ha fatto un'analisi per verificare l'efficienza della spesa dei vari concessionari e ha stabilito che Autostrade spendesse troppo, un 10% in più di quanto doveva".