Il caso ha sollevato una forte polemica politica. Dreosto (Lega): "Inaccettabile, presenterò un'iniziativa in Parlamento per vietarne l'uso negli istituti e nei luoghi pubblici"
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A Pordenone una bambina di 10 anni, immigrata di seconda generazione, è arrivata a scuola vestita con il niqab, il grande velo di colore scuro che copre il corpo della donna lasciando soltanto una fessura per gli occhi. Il caso ha sollevato una forte polemica, al punto da arrivare in Senato. Nel frattempo la maestra ha chiesto che la piccola tornasse in classe a volto scoperto, come di fatto è poi avvenuto.
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Come riporta il Messaggero Veneto, a scuola saranno svolti accertamenti sul caso e sono stati informati i dirigenti scolastici degli istituti comprensivi della città che da anni lavorano per l'integrazione dei bambini e per il rispetto dei diritti dell'infanzia. La comunità islamica pordenonese ha accolto con scetticismo e preoccupazione la notizia.
Quanto accaduto a Pordonenone, per il senatore e segretario della Lega Fvg, Marco Dreosto, "è un fatto inaccettabile. Obbligare una bambina di 10 anni ad andare a scuola con l'intero volto coperto, tranne gli occhi, contravviene alle più basilari regole del vivere comune, dei diritti fondamentali dei bambini e dell'identità femminile. Una cosa è la libertà religiosa, un'altra invece è il fondamentalismo religioso imposto su bambine innocenti", ha scritto in un comunicato. "Dopo questo e altri casi, penso sia arrivato il momento che anche l'Italia prenda iniziative per vietare il niqab a scuola e nei luoghi pubblici, per il rispetto dei diritti delle donne e per la sicurezza pubblica. Ricordo come Francia e Belgio abbiano vietato il niqab nei luoghi pubblici e anche l'Egitto, Paese mussulmano, ne abbia vietato l'uso a scuola. Presenterò un'iniziativa in Parlamento in questo senso il prima possibile", ha concluso.
L'uso del niqab negli uffici pubblici è vietato anche in Quebec (Canada) dal 2017 e in Danimarca dal 2018.