A “Mattino Cinque” parla il procuratore della città
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C’era il rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Sono queste le motivazioni che hanno spinto la Procura di Prato a richiedere – e a ottenere dal Gip – gli arresti domiciliari per l'operatrice sanitaria di 31 anni che ha avuto un figlio dal 15enne, all'epoca 13enne, a cui dava ripetizioni di inglese.
Secondo le indagini che si stanno svolgendo sul computer della donna si sono trovate tracce di frequentazione di siti pedopornografici e chat con altri minorenni, in particolare con un ragazzino di 15 anni. Inoltre escono anche altri dettagli della relazione tra lei e il giovanissimo amante: la donna perseguitava il ragazzo con messaggi a ogni ora del giorno e della notte e lo ricattava minacciando di dire a tutti che il bambino fosse il suo appendendo foto del neonato in palestra e a scuola.
Proprio da questi ambienti arrivano i commenti di chi conosceva la donna: “Non me lo sarei mai aspettata”; “Il ragazzo è una vittima, sta agli adulti avere la testa di capire cosa fare e cosa non fare”; “Una violenza carnale, ci sono rimasta malissimo”.