Al prelato, il cardinale Marc Ouellet contesta anche il tono dell'ultimo messaggio, "davvero troppo sarcastico, persino blasfemo"
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Presentare le misure prese nei confronti dell'allora cardinale Theodore Edgar McCarrick "come 'sanzioni' decretate da Papa Benedetto XVI e annullate da Papa Francesco" è "falso". a sostenerlo è il prefetto dei vescovi, cardinale Marc Ouellet, in una lettera aperta a monsignor Carlo Maria Viganò. Al quale rimprovera anche il tono "del tuo ultimo messaggio", che "mi è sembrato davvero troppo sarcastico, persino blasfemo!".
Tornando sulle misure nei confronti di McCarrick (per i cui abusi Viganò, che chiede le dimissioni del Pontefice, sostiene che ci siano state "coperture" da parte del Papa), Ouellet spiega che "tu dici di aver informato Papa Francesco il 23 giugno 2013 sul caso McCarrick nell'udienza che ha concesso a te, come a tanti altri rappresentanti pontifici da lui allora incontrati per la prima volta in quel giorno. Immagino l'enorme quantità di informazioni verbali e scritte che egli ha dovuto raccogliere in quell'occasione su molte persone e situazioni. Dubito fortemente che McCarrick l'abbia interessato al punto che tu vorresti far credere, dal momento che era un arcivescovo emerito di 82 anni e da sette anni senza incarico".
"Inoltre - prosegue la missiva - le istruzioni scritte, preparate per te dalla Congregazione per i Vescovi all'inizio del tuo servizio nel 2011, non dicevano alcunché di McCarrick, salvo ciò che ti dissi a voce della sua situazione di Vescovo emerito che doveva obbedire a certe condizioni e restrizioni a causa delle voci attorno al suo comportamento nel passato". Quindi, "dopo il riesame degli archivi, constato che non vi sono documenti a questo riguardo firmati dall'uno o dall'altro Papa, né nota di udienza del mio predecessore", cardinale Giovanni Battista Re, "che desse mandato dell'obbligo dell'arcivescovo emerito McCarrick al silenzio e alla vita privata, con il rigore di pene canoniche".
A questo punto, prosegue il cardinale, "in risposta al tuo attacco ingiusto e ingiustificato nei fatti, caro Viganò, concludo che l'accusa è una montatura politica priva di un reale fondamento che possa incriminare il Papa, e ribadisco che essa ferisce profondamente la comunione della Chiesa. Piaccia a Dio che questa ingiustizia sia rapidamente riparata e che Papa Francesco continui ad essere riconosciuto per ciò che è: un pastore insigne, un padre compassionevole e fermo, un carisma profetico per la Chiesa e per il mondo".
Per quanto riguarda la figura del Pontefice, invece, "ho il privilegio di incontrare a lungo Papa Francesco ogni settimana, per trattare le nomine dei vescovi e i problemi che investono il loro governo. So molto bene come egli tratti le persone e i problemi: con molta carità, misericordia, attenzione e serietà, come tu stesso hai sperimentato. Leggere come concludi il tuo ultimo messaggio, apparentemente molto spirituale, prendendoti gioco e gettando un dubbio sulla sua fede, mi è sembrato davvero troppo sarcastico, persino blasfemo! Ciò non può venire dallo Spirito di Dio".