Le giornate si allungano, il clima si fa meno rigido, ci sentiamo più energici e ne beneficia anche lo spirito
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Il 20 marzo, alle ore 22.45, cadrà l'equinozio di primavera 2015. Il termine latino aequinoctium, ossia “notte uguale”, si riferisce ad una equivalenza tra il giorno e la notte in termini di durata. Si tratta di un preciso momento nell'ambito della rivoluzione terrestre intorno al Sole: il momento, cioè, in cui il Sole si trova allo zenit rispetto all'equatore. Ciò avviene due volte all'anno e, questa volta, coinciderà con l'eclissi totale di Sole.
È proprio questo il momento in cui, arrivando i raggi solari in modo perpendicolare all'asse di rotazione terrestre, il giorno (ossia il periodo in cui siamo esposti alla luce del Sole) e la notte (il periodo in cui non lo siamo) sono uguali. Nel nostro emisfero, quello boreale, l'equinozio di marzo decreta la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, mentre l'equinozio di settembre segna la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno (il contrario accade nell'emisfero australe). Gli equinozi segnano anche il passaggio da un maggior periodo di luce rispetto al buio e viceversa: in particolare, nel nostro emisfero, a partire dall'equinozio di marzo il periodo di insolazione durante la giornata sarà maggiore rispetto a quello di buio.
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Si tratta dunque di momenti fondamentali all'interno del calendario. Per questo la storia dell'uomo è ricca di celebrazioni direttamente collegate agli equinozi (dalla festa del Nuovo Anno nell'antica Mesopotamia alla Pasqua cristiana; per molti calendari l'equinozio di primavera segna il primo giorno dell'anno, mentre per numerosi paesi arabi esso contraddistingue il Giorno della Madre. In Giappone l'equinozio di primavera è addirittura assurto a festa nazionale).
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Dal prossimo 20 marzo, perciò, la luce avrà la meglio sul buio. È utile, a tal proposito, ricordare che la radiazione solare viene suddivisa in tre tipi: luce visibile (cioè quella percepita tramite i nostri occhi), luce infrarossa (invisibile, ma responsabile della sensazione di calore che il Sole determina sul nostro corpo), luce ultravioletta (responsabile delle tanto temute scottature).
Focalizziamoci sulla luce visibile, vale a dire su tutti quei raggi luminosi che, andando dal violetto al rosso, sommati insieme danno la luce bianca. L'effetto più immediato è quello di rendere visibile la realtà che ci circonda. Ma c'è un effetto più profondo, che interessa a 360 gradi sia il nostro fisico che la nostra psiche.
La luce solare, infatti, stimola nel nostro corpo la produzione di serotonina, una sostanza fondamentale nella regolazione dell'umore, ma anche della temperatura, della sessualità e dell'appetito; una sostanza che ci regala una profonda sensazione di benessere oltre che di rilassamento, riducendo nel nostro corpo la concentrazione di alcuni ormoni responsabili dello stress (tra cui l'adrenalina). Ecco perché, nelle zone temperate, le persone si sentono più felici e più energiche durante i mesi caldi e soleggiati, mentre nel periodo autunnale e i quello invernale gli stessi individui avvertono un declino dell'umore.
Dati, questi, confermati dalle osservazioni epidemiologiche: nei mesi con meno luce e più freddo, infatti, aumento le sintomatologie collegate all'umore. Nei Paesi nordici invece, dove c'è meno sole, la depressione è un fenomeno alquanto diffuso. Non tutti i mali però, si dice, vengono per nuocere. Celebre, a tal proposito, l'affermazione del "padre del Dna”, il celebre scienziato James Watson: "La carenza di sole ci fa capire perché le popolazioni nordiche sono meno felici di quelle mediterranee.
Non a caso - dice Watson - gli svedesi sono contenti soprattutto a giugno, quando hanno molta luce. Addirittura, potremmo pensare che il dominio dei popoli nordici derivi proprio dalla carenza di sole: se sei scontento ti devi dare molto da fare per raggiungere la felicità e quindi sei più disponibile a lavorare sodo. Una nazione di successo non può essere una nazione felice, e viceversa. Dal che si deduce pure che la felicità deve essere per forza transitoria, altrimenti conduce alla pigrizia e, quindi, alla rovina".
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Se questi, dal micro al macro, sono gli effetti della luce sull'umore e sulla psiche, la stessa luce, soprattutto grazie alla produzione della vitamina D, ha effetti benefici anche sul nostro corpo. Se “assunta” nella giusta dose, la luce ha proprietà benefiche contro varie malattie della pelle (psoriasi, vitiligine, dermatite atopica, etc.): sembra inoltre essere un grande alleato contro il cancro. La luce rinforza inoltre le difese immunitarie (aumentano i globuli bianchi), proteggendoci da molte patologie, e migliorando il metabolismo generale. Probabilmente è lo scheletro il maggior beneficiario: noto è infatti il legame tra assenza di radiazione solare e alcune malattie tra cui il rachitismo. Ecco perché, oltretutto, i bambini crescono più rapidamente nel periodo compreso tra marzo e agosto rispetto agli altri mesi dell'anno. Sono tanti gli effetti benefici che ci regalano dunque la luce e, in ultima analisi, la primavera. Effetti benefici che, se sommati tutti insieme, possono ben far sopportare le bizze meteorologiche che questa tanto amata, e temuta, stagione porta inevitabilmente con sé.