La 37enne avvierà la fecondazione assistita con degli ovociti che erano stati prelevati e conservati prima dell'intervento
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A distanza di un anno dal suo intervento, la 30enne siciliana sottoposta al primo trapianto d'utero in Italia proverà ad avere dei figli tramite la fecondazione assistita tra settembre e ottobre. L'operazione era stata effettuata dai professori Pierfrancesco e Massimiliano Veroux, Paolo Scollo e Giuseppe Scibilia dal Policlinico di Catania in collaborazione con l'azienda ospedaliera Cannizzaro. "Utilizzeremo degli ovociti della paziente che avevamo prelevato e conservato", ha dichiarato il professor Scollo, primario di ginecologia e ostetricia del Cannizzaro.
Rara malattia congenita - La 30enne è nata priva dell'utero a causa di una rara malattia congenita nota come Sindrome di Rokitansky. "È un trapianto anomalo rispetto a quelli tradizionali - ha sottolineato Scollo - perché non salva la vita, ma mette le donne in condizioni di poter procreare. La paziente sta bene e non si sono verificati fenomeni di rigetto. Il ciclo mestruale è regolare e l'organo risulta perfettamente funzionante".
Altre 14 donne in lista d'attesa - Al momento sono 14 le donne in lista d'attesa presso la struttura di Catania per sottoporsi a un trapianto d'utero. La prima donatrice fu una 37enne toscana, deceduta a seguito di un improvviso arresto cardiaco, che aveva espresso il consenso all'espianto dell'organo.