La docente aveva insegnato letteratura italiana nell'ateneo della città, ogni anno verranno finanziate a suo nome due borse di studio
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Poco dopo aver saputo che la malattia non le avrebbe lasciato scampo, Silvana Ghiazza, docente dell'Università di Bari, ha deciso di pensare ai suoi studenti. Prima di morire, la professoressa ha istituito una fondazione a suo nome per gli studenti meno abbienti. Ogni anno, con i soldi della sua eredità, verranno finanziate due borse di studio, una per i medici che si specializzeranno in oncologia, l’altra per chi presenterà la tesi in letteratura.
Nel Cda della Fondazione Ghiazza c’è anche un ex alunno della docente, che l’aveva avuta come insegnante in una scuola.
Nata nel 1948 e scomparsa nell'agosto del 2022, Silvana Ghiazza ha iniziato la sua carriera da insegnante a 23 anni, insegnando a Gioia del Colle. Dopo aver scelto la carriera universitaria, ha lavorato per più di 20 anni nel dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università di Bari, lasciando un segno indelebile attraverso le sue pubblicazioni, soprattutto su autori come Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni e Umberto Saba.
"Sono contento di essere stato chiamato a partecipare a questo dono. Un dono è stato conoscere Silvana Ghiazza, mia collega per tanti anni, ma il dono più grande è ciò che lei ha voluto fare per il futuro. La fondazione inaugurata oggi è la scia di una stella cometa iniziata tanti anni fa, e merita il nostro plauso per la prospettiva che dà per il futuro". Così il rettore dell'Università di Bari, Stefano Bronzini, nel corso dell'inaugurazione della fondazione che finanzierà le due borse di studio. La fondazione è stata inaugurata nel Museo civico di Bari.
"Due anni fa, durante una visita, abbiamo scoperto di questo malanno", ha detto il marito della professoressa e presidente della fondazione, Raffaele Russi. "Quindi - ha aggiunto - ci siamo chiesti cosa fare, visto che non abbiamo eredi. Abbiamo deciso di mettere in piedi questa fondazione, della quale sono 'erede' io. Adesso faranno parte del patrimonio dell'associazione anche gli appartamenti di una palazzina che abbiamo comprato nel corso degli anni". "Silvana era un vulcano di energia e generosità - ha detto a margine dell'evento la dottoressa Letizia Laera, che l'ha avuta in cura e che fa parte del consiglio di amministrazione della fondazione - aveva una forza contagiosa e il percorso che abbiamo fatto insieme è stato terapeutico per lei, per me e per tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla".