Il ministro dell'Interno stoppa le rotte del mare e inaugura il nuovo modello di gestione dei flussi con l'altra costa del Mediterraneo
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Prima "abbiamo contenuto i flussi" di migranti e poi, in "soli sei mesi, abbiamo messo in piedi il primo corridoio umanitario della storia, dalla Libia a un Paese europeo". Il ministro dell'Interno Marco Minniti illustra il progetto appena avviato per portare in Italia i profughi senza passare dai barconi. E annuncia: "Nel 2018 10mila persone arriveranno in Europa senza rischi".
Nuovo modello migratorio - "Secondo gli obiettivi dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni - continua Minniti intervistato dalla "Repubblica" -, contemporaneamente saranno 30mila i migranti senza diritto all'asilo che rientreranno a casa con rimpatri volontari. Quest'anno lo hanno fatto in 18mila". E rivendica un risultato importante: "Con la cooperazione delle autorità libiche, abbiamo costruito un nuovo modello di gestione dall'altra parte del Mediterraneo".
Così, mentre in Senato si ferma la legge sullo ius soli, si apre una strada alternativa per i grandi flussi migratori. Gli accordi con Tripoli, spiega il ministro, hanno permesso di individuare le persone che hanno diritto alla protezione internazionale. Chi arriva tramite i voli umanitari ha già il titolo di rifugiato e non di richiedente asilo. Intanto, le organizzazioni internazionali possono oggi visitare i centri d'accoglienza e "migliorarne le condizioni, oggi ancora inaccettabili".
Dalla rotta del mare a quella del cielo - Minniti precisa che era necessario chiudere prima la rotta del mare e poi aprire quella del cielo perché, spiega, "solo dopo aver posto uno stop all'illegalità dei flussi abbiamo potuto costruire percorsi legali per i migranti in Libia". C'è stato quindi il controllo del confine marittimo e di quello terrestre a sud della Libia, con un contingente militare italiano in Niger. Inoltre, aggiunge, "con Al-Serraj abbiamo realizzato un'operazione room italo-libica contro il traffico di esseri umani, basata sulla collaborazione tra Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e procura di Tripoli. A gennaio prevediamo infine il completamento di un intenso programma di aiuti umanitari già avviato verso le città libiche crocevia dei trafficanti".
Il ministro ha messo la parola fine alla soluzione "emergenziale" del problema migratorio e sottolinea che, oltre al forte calo degli sbarchi, c'è "un'impennata dei ricollocamenti: quest'anno abbiamo trasferito in altri Paesi Ue oltre 11mila migranti, l'anno scorso eravamo fermi a quota 2.500".
Sul fronte sicurezza, "abbiamo già espulso 103 persone con il rimpatrio per motivi di sicurezza nazionale e preso misure eccezionali di controllo del territorio. Per me sicurezza e libertà vanno tenute assieme".