In precedenza i vertici avevano invece ufficializzato una "riduzione dei livelli di produzione e un rallentamento temporaneo dei piani di investimento"
ArcelorMittal, un piano da lacrime e sangue
ArcelorMittal ha comunicato alle organizzazioni sindacali la ripartenza di alcuni impianti dello stabilimento siderurgico di Taranto. L'azienda ha quindi fatto un passo indietro rispetto a un recente comunicato che ufficializzava una "riduzione dei suoi livelli di produzione" fino a quando Invitalia non verserà i 400 milioni pattuiti nell'accordo di partnership del 10 dicembre 2020. Il nuovo assetto di marcia prevede la riaccensione di tre altoforni.
La ripartenza del Treno nastri è prevista per sabato. Sarà poi richiamato anche il personale per consentire le operazioni di riavvio dell'Acciaieria 1. I reparti Pla/2 (Produzione lamiere) e Tubificio Erw "sono attualmente fermi, dicono i sindacati, e sarà valutata dall'azienda, nei prossimi giorni, la possibile ripartenza".
Le Rsu Fim e Fiom hanno chiesto un incontro di dettaglio per conoscere i futuri assetti di marcia. In merito ai lavoratori delle manutenzioni centrali, "l'azienda - precisano ancora i sindacati - ha ripristinato il numero della forza lavoro prima della variazione avvenuta venerdì sera".
Quanto all'appalto, al momento "riprendono solo alcune attività - chiariscono Fim e Fiom -. Lunedì chiederemo all'azienda un focus per obbligarla a rispettare gli impegni assunti con l'appalto e l'attuazione del piano ambientale". La Uilm sostiene che "l'azienda ritratta le disposizioni" e che la ripartenza degli impianti avrà come conseguenza "la riduzione del numero di persone in cassa integrazione delle officine e dei magazzini. L'attività produttiva dello stabilimento può dunque proseguire regolarmente".
"Attendiamo - osserva invece la segreteria territoriale di Ugl Metalmeccanici - l'evolversi della situazione, richiamando ancora una volta l'azienda al rispetto degli accordi siglati e alla salvaguardia dei lavoratori e degli impianti".