DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI

Caso Escort, le motivazioni del gup: "Emerge un quadro sconcertante"

Il materiale probatorio, che ha portato alla condanna di Salvatore Castellaneta per sfruttamento della prostituzione, porta alla luce "oscenità e bassezze", "mercimonio del corpo femminile" e "uno spaccato di vita delle ragazze e dell'allora premier sconcertante"

28 Apr 2014 - 12:42
 © ansa

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Dagli atti del processo sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle case di Silvio Berlusconi "emerge uno sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti, dalle ragazze sino all'allora premier". E' quanto si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti di Salvatore Castellaneta. "Tarantini aveva costituito una vera e propria agenzia di reclutamento", ha scritto il gup del Tribunale di Bari, Ambrogio Marrone.

Castellaneta condannato per sfruttamento della prostituzione - La sentenza, emessa il 10 dicembre 2013 al termine di un processo con rito abbreviato, è lo stralcio del processo "Escort" a carico di altre sette persone, in corso con rito ordinario dinanzi al Tribunale di Bari. Castellaneta è stato condannato a un anno di reclusione per il reato di sfruttamento della prostituzione e assolto dal reato associativo.

Tra le reclutate anche la Tommasi e la Arcuri - Nelle 187 pagine delle motivazioni il gup di Bari, Ambrogio Marrone, ricostruisce i 21 episodi contestati dal settembre 2008 al maggio 2009, in cui vengono citate le 26 ragazze "reclutate" per gli incontri, tra cui Manuela Arcuri e Sara Tommasi.

Le intercettazioni: episodi boccacceschi - Il giudice riporta stralci di intercettazioni, verbali di interrogatorio e dettagli delle spese sostenute da Tarantini per ricostruire quelle che lui stesso definisce le "boccaccesche nottate" trascorse dall'allora premier con le ragazze della scuderia Tarantini.

Prostituzione, oscenità e bassezze - Da qui la considerazione sullo "sconcertante quadro della vita privata di vari soggetti coinvolti nella vicenda, dalle ragazze sino all'allora presidente del Consiglio che, al di là di una formale apparenza di cene eleganti, dissimulava una fiorente attività di esercizio della prostituzione". "Il materiale probatorio, nel suo contenuto di oscenità e bassezza - scrive il gup - evidenzia la situazione di mercimonio del corpo femminile e la considerazione delle donne come semplici oggetti suscettibili di commercio a scopo sessuale".

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