A PARABITA

Comune del Salento pagava mafiosi coi voucher: sciolto il consiglio

Parabita era stato teatro nel 1991 del più efferato omicidio della Sacra Corona Unita

08 Mar 2017 - 20:25

"Favori" fatti alle famiglie vicine ad un clan per assegnare loro voucher-buoni lavoro, contributi in denaro, alloggi popolari, locali commerciali e riservare assunzioni tra i netturbini con costi aggiuntivi per l'amministrazione comunale. Decretato lo scioglimento del consiglio comunale di Parabita (Lecce) per la collusione coi boss della Sacra Corona Unita. Lo hanno scoperto i carabinieri del Ros che hanno indagato per mesi.

"Un'amministrazione diventata dispensatrice di favori e lavoro per gli uomini del clan", così si legge sul decreto di scioglimento del consiglio comunale firmato dal ministro Minniti. Era da 26 anni che un comune nel Salento non veniva commissariato per mafia. Ma Parabita non è un comune sconosciuto per fatti criminali. Questo paese di 10mila abitanti è stato teatro di uno degli omicidio più efferati ad opera della Sacra Corona Unita.

Il 20 marzo del 1991 Paola Rizzello, 27 anni, fu uccisa a fucilate in un casolare. Una donna ritenuta scomoda dal boss locale. Ma ancora più raccapricciante fu l'esecuzione della figlia della Rizzello, la piccola Angelica Pirtoli, due anni. Era in braccio alla madre ma non morì per i colpi d'arma da fuoco, i barbari assassini trovandola ancora in vita dopo un paio d'ore decisero di ucciderla a mani nude: la bimba fu presa per i piedi e scagliata violentemente su un muro fino alla sua fine. Per questo omicidio le sentenze di condanna sono arrivate solo un paio d'anni fa. La decisione di sciogliere il consiglio comunale fa comunque capire che il marcio, dentro Parabita, ancora non è stato estirpato.

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