A "Pomeriggio Cinque" Claudio Scazzi: "Pronto ad ascoltarlo se vuole"
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A pochi giorni dalla scarcerazione di Michele Misseri, a "Pomeriggio Cinque" parla Claudio Scazzi, fratello di Sarah, vittima del delitto di Avetrana, in provincia di Taranto. A più di tredici anni da quell'omicidio che per mesi fece parlare l'Italia, il fratello di Sarah Scazzi torna a parlare della vicenda per cui sono state condannate in Cassazione la cugina e la zia della ragazza, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, la prima per omicidio, la seconda per concorso in omicidio.
Proprio nelle prossime ore verrà invece scarcerato lo zio di Sarah Scazzi, Michele Misseri, il quale fu condannato per la soppressione del cadavere della ragazza nonostante, ancora oggi, continui a ribadire di essere lui il killer della nipote.
Claudio Scazzi di essere disposto a incontrare Misseri: "Non ho rancore e non cerco vendette - ha detto -. Non abito ad Avetrana, se dovessi incontrarlo adesso è perché farei qualcosa di proposito. Io ho un carattere che è contrario ai conflitti però sono anche orgoglioso di quello che faccio e di quello che sono. Non ho mai mendicato niente a nessuno, non l'ho mai fatto e non penso di iniziare a farlo. Per incontrare una persona, bisogna essere in due: una che parla e l'altra che ascolta. Se c'è quello, potrebbe essere anche un incontro fruttuoso sarei anche pronto a incontrarlo. Ho sempre creduto nel lavoro della Procura, non ho mai avuto dubbi".
Claudio Scazzi ha poi commentato la dichiarazione di innocenza fatta dalla cugina Sabrina Misseri: "Quella fu una dichiarazione molto forte, fatta in aula - ha detto -. L'ho rivista tantissime volte. Può essere emotivamente di forte impatto, ma se si analizzano gli elementi risulta molto debole. Non è stata utile come dichiarazione, neanche per noi. Se anche la Procura e i tuoi legali ti indirizzano su quella pista, non puoi far altro che seguirla perché non si possono vedere gli alieni dove non ci sono".
Claudio, infine, parla del percorso che ha affrontato in questi anni in cui è riuscito a ritrovare il proprio equilibrio: "L'equilibrio è un percorso, ho avuto un forte stress all'inizio - ha risposto a Myrta Merlino -. In particolare a livello mediatico, mi sono ritrovato a coordinare trenta o quaranta persone che ti chiedevano delle cose diverse. Non riuscivo neanche provare il dolore perché mi svegliavo all'alba per organizzare ogni cosa a partire dal funerale. Con l'andare del tempo una persona deve scegliere: se abbattersi o migliorarsi sempre di più. Io ho sempre amato studiare ed è stata per me una forma di cura, una medicina".