L'insegnante aveva indicato come sede Foggia o Bari
Lavorava a Barletta ed era stata trasferita ad Udine dopo la legge sulla "buona scuola". Ma l'insegnante, sposata e con due figli piccoli, ha presentato ricorso, lo ha vinto e potrà ora tornare a lavorare vicino a casa sua, come dice un'ordinanza del tribunale del Lavoro di Trani. E' questa una delle prime decisioni sui numerosi reclami presentati dai docenti. Illegittima, secondo l'ordinanza, l'assegnazione della prof in una sede lontana da casa.
Il Tribunale ha condannato l'Ufficio Scolastico regionale pugliese (che non è comparso in giudizio) ad assegnare l'insegnante "in organico di una delle sedi disponibili nell'ambito territoriale della Puglia o di altra sede elencata nelle preferenze espresse".
"Si tratta - spiega l'avvocato Graziangela Berloco che ha assistito la docente - della prima ordinanza che in Puglia ha deciso in materia, stabilendo l'illegittimità dell'assegnazione della ricorrente in una sede distante, rispetto a quelle indicate nelle preferenze (Foggia, Bari), per palese violazione del principio inderogabile dello scorrimento della graduatoria, fondato sul merito di cui al punteggio attribuito nella fase dei trasferimenti".
"Detto principio - è scritto nell'ordinanza - vincola l'amministrazione, in quanto anche la procedura di mobilità ha natura concorsuale di impiego basata su una graduatoria alla cui formazione concorrono l'anzianità, i titoli di servizio e le situazioni familiari e personali dell'interessato, per i quali sono predeterminati specifici punteggi".