I sindacati contro la richiesta dell'azienda. Il 13 dicembre scade il termine per mettere a norma l'altoforno e c'è quindi il rischio di un nuovo sequestro, con il riavvio del piano per lo spegnimento
Cassa integrazione straordinaria per 3.500 lavoratori dell'ex Ilva di Taranto. La notizia arriva dopo che martedì il Tribunale ha rigettato l'istanza presentata dai commissari per prorogare lo spegnimento dell'Altoforno 2 dello stabilimento, al centro di un'inchiesta a seguito della morte di un operaio. L'annuncio è arrivato dai sindacati Fim-Cisl che sono stati informati da ArcelorMittal che "a breve invierà l'avvio della procedura".
Il 13 dicembre scade il termine per mettere a norma l'altoforno e c'è quindi il rischio di un nuovo sequestro, con il riavvio del piano per lo spegnimento. Intanto Fim, Fiom e Uilm hanno "rigettato" la comunicazione dell'azienda. "Già da domani, in occasione dell'incontro ministeriale - affermano le sigle in una nota - chiederemo con forza di fare chiarezza su una procedura di cassa integrazione che, di fatto, sostituirebbe l'attuale Cigo per crisi congiunturale con la Cigs facendolo diventare un problema di carattere strutturale".
Secondo il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, il "no" del Tribunale apre "scenari drammatici" per lo stabilimento pugliese e "potrà inasprire il contenzioso" tra ArcelorMittal e lo Stato italiano.
I lavoratori dell'Ilva, "dopo 32 ore di sciopero e una grande manifestazione a Roma, non sono nemmeno riusciti a tornare a casa e trasmettere alle proprie famiglie un po' di fiducia che è arrivata la doccia gelata della decisione del giudice di rigettare l'istanza dei commissari sulla continuità di marcia dell'Altoforno 2", ha aggiunto Palombella.
"Se dovesse essere confermato il fermo dell'Afo2, è probabile che l'azienda chieda più cassa integrazione. Aspettiamo di capire cosa accadrà dopo il ricorso al Tribunale dell'Appello che è stato annunciato", ha invece sottolineato Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto-Brindisi.