L'accusato, indigente, si sempre avvalso del patrocinio gratuito e l'intero iter giudiziario è costato diverse migliaia di euro alla collettività
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Sono passati nove anni e tre gradi di giudizio ma alla fine si è arrivati alla sentenza definitiva: un uomo di 49 anni è stato assolto per non aver tentato di rubare una melanzana in un campo. E' successo a Lecce, l'uomo era stato condannato dalla Corte d'appello a cinque mesi di reclusione. La Cassazione ha invece stabilito che, nel caso specifico, debba essere applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.
Il processo - riporta il Nuovo Quotidiano di Lecce - è costato allo Stato alcune migliaia di euro poiché l'imputato èrisultato indigente ed ha usufruito del patrocinio gratuito nei tre gradi di giudizio. Nei processi di primo grado e di appello non erano state ravvisate le condizioni per giustificare il furto (poi derubricato in tentato) con lo stato di necessità, anche perché per l'imputato si era parlato di condotte abituali in ragione di alcuni precedenti penali anteriori al 2000.
La Cassazione ha anche bacchettato i giudici salentini per l'errato calcolo della pena massima (sei anni anziché quattroprevisti per il tentativo di furto) che ha poi comportato l'impossibilità di considerare la tenuità del fatto.