La donna è riuscita a scappare a ad avvertire le forze dell'ordine. "E' provata, ma pare non abbia subìto conseguenze fisiche", precisa l'Ordine dei Medici di Lecce, che denuncia: "Siamo in emergenza"
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Una dottoressa in servizio alla guardia medica di un paese del Salento ha subito un'aggressione a sfondo sessuale durante il turno di notte da parte di un paziente che aveva richiesto una visita domiciliare. Lo riferisce il presidente dell'Ordine dei Medici di Lecce, Donato De Giorgi, secondo cui la donna è riuscita a fuggire e a chiamare la polizia. "E' fortemente provata, ma pare non abbia subìto conseguenze fisiche", precisa De Giorgi.
Lo stesso De Giorgi racconta che la professionista, nel suo turno notturno in cui sostituiva un collega, è stata chiamata per una visita domiciliare. Una volta arrivata dal paziente, ha subito avances e un tentativo di violenza, ma è riuscita a divincolarsi e a fuggire, chiamando poi le forze dell'ordine. Sembra che l'aggressore già in passato sia stato protagonista di episodi simili.
Emergenza - "Ancora una volta siamo costretti a denunciare un atto di gravissima e squallida violenza subita da una collega mentre esercitava la sua professione in prima linea - commenta il presidente dell'Ordine -. Le violenze, le molestie, le aggressioni fisiche e verbali, le intimidazioni ai danni dei medici sono una vera emergenza, come abbiamo detto al prefetto di Lecce in un recente incontro. Un'emergenza che va ben al di là dei dati ufficiali, in quanto solo in piccola percentuale questi casi vengono denunciati ufficialmente". De Giorgi precisa poi che il paese in cui si è verificata la tentata violenza, nel sud del Salento, è una "zona di frontiera", un'area, spiega, "in cui le colleghe e i colleghi non lavorano più con serenità".
"Siamo in emergenza - dice ancora il presidente dell'Ordine - perché siamo stanchi: vogliamo accogliere con solidarietà e professionalità i nostri pazienti, non averne paura. Vogliamo ascoltarli con pazienza e serenità, non con l'ansia di una visita il più breve e sommaria possibile, eseguita nell'angoscia di una solitudine notturna. Vogliamo portare tutta la nostra conoscenza e disponibilità nei consulti urgenti a domicilio dei pazienti, non sentirci in una trappola senza uscita. Siamo in emergenza perché chi colpisce un medico colpisce se stesso, perché se nel rapporto con il paziente la fragilità principale è il ruolo del medico, è la nostra civiltà e la nostra cultura ad essere fragile".
De Giorgi conclude avvertendo che i medici non intendono fermarsi: "Ci costituiremo in giudizio per difendere non solo la collega, ma la dignità di noi tutti. In occasione, poi, della ricorrenza dell'8 marzo, vogliamo portare con la responsabile della commissione dell'Ordine Pari opportunità, Daniela Fusco, alla Guardia medica di Taviano, la nostra testimonianza" in una zona difficile, "per dare un significato concreto e non retorico alla Giornata della Donna".