Misura presa in una seconda media della scuola Alighieri-Diaz. Scoppia la polemica sulla punizione tra genitori favorevoli e contrari
A lezione di windsurf, barca a vela e sup, ma in otto restano in classe per punizione. E scoppia la polemica. La vicenda è accaduta in una seconda media della scuola Alighieri-Diaz di Lecce: la classe va qualche giorno in gita al mare, in località San Cataldo, nell'ambito dell'"attività in ambiente naturale" per Educazione motoria, ma ai più discoli, sei ragazzi e due ragazze, non viene dato il permesso di partecipare. "I loro comportamenti sono al limite della delinquenza minorile, mettendo a rischio la sicurezza di tutti - spiega la dirigente dell'istituto a Il Quotidiano di Puglia. - E la colpa è dei genitori". Gli stessi che ora protestano contro la decisione dei docenti.
Le immagini della gita al mare per conoscere da vicino gli sport acquatici sono state pubblicate sulla pagina Facebook della scuola e hanno alimentato la rabbia delle famiglie che hanno visto i loro figli esclusi dall'attività didattica fuorisede per la loro condotta.
Così proprio loro hanno denunciato il fatto che i figli 12enni si siano sentiti discriminati. "Ma mamma e papà degli altri ci tenevano che la gita si facesse - sottolinea la preside a Il Quotidiano di Puglia. - La vivacità di un ragazzino non è mai motivo di punizione, non potrebbe esserlo: siamo docenti, formati per formare ed educare. In questo caso, però, parliamo di alunni completamente allo sbando, per i quali abbiamo più volte richiamato le famiglie: non possono pretendere che sia la scuola a supplire a una educazione che si impara, principalmente, fra le mura di casa".
"I professori - conclude la dirigente - hanno avvisato i ragazzi in ogni modo che il loro comportamento avrebbe portato a delle conseguenze. E ora nessuno può mettere i docenti sotto accusa per avere rifiutato di accompagnare al mare alunni che tengono comportamenti al limite della delinquenza minorile e mettono a repentaglio la sicurezza di tutti".