NON ERANO ACCESE

Omicidio Noemi, lanciate molotov contro l'abitazione del fidanzato

L'attacco è avvenuto venerdì notte. Piantonata l'abitazione, innalzata la sorveglianza anche intorno alla casa della famiglia della 16enne

17 Set 2017 - 20:34
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Tre bottigliette piene di benzina, che non sono esplose perché non erano accese, sono state lanciate nella notte tra venerdì e sabato sul terrazzino della villetta dove vive la famiglia del fidanzato di Noemi Durini, il giovane reo-confesso dell'omicidio della 16enne. L'abitazione di trova a Montesardo, frazione di Alessano. A lanciare l'allarme sono stati i genitori del ragazzo, che in quel momento si trovavano in casa.

L'abitazione è ora piantonata giorno e notte dai carabinieri, che hanno recuperato le molotov. Sono ora al vaglio degli inquirenti i filmati di alcune telecamere private installate nella zona. Tra le due famiglie, quella del 17enne reo confesso e quella della vittima, è in atto un duro scontro con accuse reciproche.

Su disposizione del prefetto di Lecce, Claudio Palomba, si è deciso di potenziare il servizio di sorveglianza anche davanti alla casa della famiglia di Noemi, a Specchia. La notizia del lancio delle bottiglie piene di benzina era stata tenuta segreta dagli investigatori per non alimentare ulteriormente il clima di odio tra le due famiglie e le due comunità.

Il parroco di Specchia: "Con la vendetta non si ottiene giustizia" - "Stiamo vivendo giorni terribili: la tragedia che ha colpito la nostra comunità e lo shock che ne è seguito ci chiama ad una prova dura e difficile. Invito tutti i cittadini e i parrocchiani di Specchia a mantenere la calma ed il controllo delle parole e delle azioni e a non commettere gesti di cui poi potrebbero pentirsi perché non è con la vendetta che si ottiene giustizia per la povera Noemi". E' l'appello del parroco del paese, don Antonio De Giorgi, ai suoi concittadini.

Convalidato il fermo di Lucio, sarà trasferito fuori regione - Intanto il gip del Tribunale dei minorenni di Lecce, Ada Colluto, ha convalidato il fermo per omicidio volontario premeditato aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi di Lucio, il diciassettenne assassino reo-confesso della fidanzata. Il giudice ha quindi emesso nei confronti dell'indagato un'ordinanza di custodia cautelare e ha disposto il trasferimento del ragazzo in un istituto protetto per minorenni da individuarsi fuori dalla regione Puglia.

​Il 17enne, secondo quanto si legge nel provvedimento di convalida del fermo, ha un equilibrio psicofisico "labile" che potrebbe portarlo non solo a fuggire nuovamente da casa, ma anche ad essere pericoloso per se stesso e per i suoi familiari, come dimostrano i tre Trattamenti sanitari obbligatori (Tso) subiti in un anno e richiesti proprio dalla sua famiglia.

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