IMPUTATI AGENZIE, ANALISTI E MANAGER

Processo a S&P e Fitch per manipolazione a Trani: tutti assolti

La Procura aveva chiesto pene tra due e tre anni e una sanzione da 4,6 milioni di euro per la società di rating, e 9 mesi per l'analista di Fitch. Il pm: "Amarezza, ma abbiamo combattuto la nostra battaglia"

30 Mar 2017 - 18:36

Il Tribunale di Trani ha assolto tutti gli imputati (5 tra analisti e manager di Standard & Poor's e la stessa società di rating) dall'accusa di manipolazione del mercato per la decisione di declassare di due gradini il rating dell'Italia nel gennaio 2012. La procura aveva chiesto condanne tra due e tre anni per manager e analisti e una sanzione da 4,6 milioni di euro per l'agenzia. Assolto anche un analista di Fitch.

Alla sbarra erano finiti Deven Sharma, all'epoca dei fatti presidente mondiale di S&P (per il quale la Procura aveva chiesto una condanna a 2 anni); Yann Le Pallec, responsabile per l'Europa, e gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer, per i quali la richiesta era di 3 anni di reclusione. Assieme a loro era imputato David Michael Willmoth Riley, all'epoca dei fatti capo rating sovrano della sede londinese dell'agenzia di rating, per il quale l'accusa aveva chiesto la condanna a 9 mesi di reclusione.

S&P: "Finalmente resa giustizia" - Dopo l'assoluzione, Standard & Poor's ha subito diffuso una nota commentando una "decisione", scrive, che "conferma in modo inequivocabile come in tutti questi anni la società sia stata oggetto di illazioni fantasiose. Finalmente è stata resa giustizia alla società e a ognuna delle persone che quotidianamente lavorano con onestà e competenza professionale".

E continua: "Abbiamo sempre riposto tutta la nostra fiducia nella correttezza delle nostre azioni e nella capacità dei giudici che hanno dissolto ogni dubbio sull'integrità e sulla qualità del nostro lavoro".

Fitch: "Riconosciuto che le accuse erano infondate" - Grande soddisfazione è stata espressa anche dai difensori dell'analista di Fitch Riley, gli avvocati Marco Calleri e Andrea Rossetti, che hanno manifestato "felicità, in particolare, per l'imputato David Riley e per la società, che hanno visto riconosciuta dal Tribunale in termini assoluti l'infondatezza dell'addebito".

La difesa: "Tutte le ipotesi di reato erano infondate" - "Sono ovviamente contento della decisione del Tribunale - ha detto l'avvocato Guido Carlo Alleva, uno dei difensori degli imputati -. Penso che questa decisione, poi leggeremo le motivazioni, dimostri che le ipotesi di responsabilità di Standard&Poor's erano sostanzialmente infondate, come noi, per la verità, abbiamo sempre sostenuto".

"Non abbiamo mai mancato di avere fiducia nella deliberazione di questi giudici - ha aggiunto -. Abbiamo cercato di spiegare al tribunale tutte le ragioni dei comportamenti degli analisti di S&P e mi sembra che il tribunale abbia accolto le nostre ragioni. Non sono né sorpreso, né l'avevo previsto: ogni processo ha la sua storia".

Le denunce delle associazioni consumatori - Il processo era partito in seguito alle denunce di Adusbef e Federconsumatori contro S&P e Fitch.

Il pm: "Amarezza per la sentenza, ma abbiamo combattuto la nostra battaglia" - "Le sentenze non si commentano, si rispettano - dice il pm di Trani Michele Ruggiero -. Abbiamo fatto la nostra parte fino in fondo. Forse c'e un po' di amarezza , ma l'assoluta convinzione che tutto quello che si poteva fare, tutto quello che si poteva dire, sostenere, l'abbiamo fatto, detto e sostenuto con grande orgoglio".

"Questa è una battaglia - ha aggiunto - che abbiamo cercato di fare per ripristinare un po' di trasparenza e di verità. Confidiamo però nel lavoro della magistratura, rispetto per le sentenze dei giudici: leggeremo le motivazioni, poi valuteremo un eventuale appello".

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