Sotto accusa anche il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, ex capo della vigilanza di Bankitalia, e l'ex ministro dell'Economia Saccomanni. Secondo i pm, gli istituti avrebbero alterato i tassi effettivi globali (Teg), falsati poiché più bassi di quelli effettivamente praticati
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Per concorso in usura bancaria sono indagati a Trani i vertici di Bnl, Unicredit, Mps e di Banca popolare di Bari (Bpb). Tra le 62 persone a cui sono state notificate l'avviso di fine indagine ci sono anche il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, in qualità di ex capo della Vigilanza di Bankitalia, e il ministro dell'Economia del governo Letta Fabrizio Saccomanni, ex d.g. di Bankitalia. I pm contestano tassi usurari su finanziamenti.
Il reato di usura (bancaria) continuata ed aggravata viene contestato dalla procura di Trani ai danni di alcuni clienti-imprenditori del barese delle banche sottoposte ad accertamenti in relazione a finanziamenti concessi prevalentemente sotto forma di anticipazioni su conto corrente.
Tassi falsati - Secondo il pm inquirente, Michele Ruggiero, il reato di usura è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia e di un attuale dirigente del dipartimento del Tesoro del ministero dell'Economia e Finanze. Questi ultimi - secondo l'accusa - contravvenendo alle disposizioni della legge sull'usura, prescrivevano alle banche di calcolare (attraverso una particolare formula algoritmica) gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito 'accordato', anziché (come richiesto dalla legge) a quello effettivamente 'erogato/utilizzato' dal cliente, così precostituendo le condizioni per una elaborazione (e successiva segnalazione a Bankitalia) da parte della banche di tassi effettivi globali (cosiddetti Teg) falsati poiché più bassi di quelli effettivamente praticati.
Di conseguenza - secondo le indagini della Guardia di Finanza - gli interessi/remunerazioni applicati dalla banche alla clientela per determinate categorie di finanziamenti (in forma di anticipazioni sul conto corrente) risultavano sempre entro i limiti dei 'tassi soglia', pur essendo in concreto ad essi superiori e, come tali, usurari.
Per il ruolo avuto in Bankitalia sono indagati anche l'ex direttore generale Vincenzo Desario, e gli ex capi della Vigilanza succedutisi nel tempo: Francesco Maria Frasca, Giovanni Carosio, Stefano Mieli e Luigi Federico Signorini. Per il ministero dell'Economia è indagato Giuseppe Maresca, a capo della quinta direzione del dipartimento del Tesoro. Agli otto indagati viene contestato di aver - tra il 2005 e il 2012 - adottato consapevolmente determinazioni amministrative in contrasto con la legge sull'usura fornendo consapevolmente un "contributo morale necessario" ai fatti-reati di usura "materialmente commessi dalle banche".
Indagati Abete, Gallia, Profumo e Ghizzoni - Sotto accusa anche il presidente del Cda di Bnl Luigi Abete e l'a.d. Fabio Gallia; per Unicredit l'ex a.d. Alessandro Profumo, ora presidente del Cda di Mps, e l'attuale a.d. Federico Ghizzoni; per Mps l'ex presidente Giuseppe Mussari e il suo vice Francesco Gaetano Caltagirone.
Le aziende ritenute danneggiate dal comportamento delle banche sono del nord barese: Bnl - secondo i conteggi della pubblica accusa - con l'applicazione dei tassi usurari avrebbe lucrato oltre 53mila euro; il gruppo Unicredit più di 15mila euro; Mps circa 27mila euro, Banca Popolare di Bari solo 296 euro.
Unicredit: accusa infondata - "Unicredit ritiene infondato l'impianto accusatorio". Così l'istituto di credito replica al provvedimento della Procura di Trani. La banca sottolinea quindi di riporre "piena fiducia nell'operato dell'organo giudicante e confida che, come è avvenuto in casi analoghi che hanno interessato e interessano l'intero settore bancario, venga riconosciuta l'assoluta correttezza dell'operato" dell'istituto.