L'Agenza delle Entrate: "I fatti chiariti due anni fa". L'Asl: "Ci fu un errore di compilazione"
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Ha destato un certo scalpore il servizio mandato in onda nelle scorse ore da "Dalla Vostra Parte" dove si ripercorre la vicenda di un bambino di Quarto che ha ricevuto una cartella esattoriale a soli sette anni. Si chiedevano 257 euro. Alla base della storia bizzarra un errore che subito ha fatto il giro del comune napoletano di Quarto.
La storia risale a più di due anni fa. L'Agenzia delle Entrate - Riscossione (subentrata nel frattempo ad Equitalia) precisa che si tratta di una vicenda non di sua competenza. In una nota l'Agenzia dichiara che "la situazione fu chiarita a suo tempo dalla Asl di Napoli, ente che richiedeva il pagamento, con una nota diffusa ai media. Già allora, due mer emerse che Equitalia non aveva responsabilità per quanto accaduto, anche perché nel corso di questi ultimi anni sono stati introdotti dei meccanismi per evitare il recapito di atti della riscossione a soggetti minori".
Dal canto suo l'Asl ha spiegato che "l'invio della richiesta di pagamento al bambino invece che ai genitori è frutto di un errore commesso da chi ha firmato l'autocertificazione – si legge nella nota -. In quel documento, infatti, il nome del bambino venne riportato anche nello spazio riservato a quello del nominativo di chi nel nucleo familiare effettuò la dichiarazione dei redditi".