Il gruppo è arrivato alla porta d'ingresso dell'abitazione dove il 39enne sta scontando i domiciliari e l'ha colpita con pugni e sassi. "Vieni fuori, che ti ammazziamo", hanno urlato
Spedizione punitiva contro Davide Begalli, il pirata della strada che ha investito e ucciso a San Vito di Negrar (Verona) il 14enne Chris Obeng Abon, fuggendo senza prestare soccorso. Nel pomeriggio di martedì, una trentina di persone, col volto camuffato, ha preso di mira la casa dell'uomo. Il gruppo è arrivato alla porta d'ingresso dell'abitazione dove il 39enne sta scontando i domiciliari e l'ha colpita con pugni e sassi. "Vieni fuori, che ti ammazziamo", hanno urlato. Per il legale dell'uomo, si tratta delle conseguenze della "gogna mediatica" cui è stato sottoposto Begalli.
L'avvocato di Begalli: "È stato un autentico raid punitivo" - In quel momento il mio assistito si trovava nella casa della compagna insieme al figlio minorenne della donna, è stato un autentico raid punitivo, gridavano di volerlo uccidere, Begalli e il ragazzo hanno cercato in ogni modo di bloccare la porta dall'interno per impedire a quelle persone di buttarla giù. Il mio cliente adesso ha la spalla dolorante, alla fine quegli uomini se ne sono andati sentendo che Begalli stava chiamando i carabinieri", ha spiegato l'avvocato dell'uomo, Massimo Dal Ben, al Corriere del Veneto.
"Però, hanno promesso che sarebbero tornati presto a riprenderlo e che non finiva lì, ora sia il mio cliente che il minore che ha vissuto la terribile esperienza insieme a lui sono impauriti e terrorizzati, non sanno come proteggersi e temono che quelle persone tornino presto, magari di notte. Ciò che è appena accaduto è gravissimo, da giorni Begalli è destinatario di una pesantissima gogna mediatica, pertanto chiedo per lui e per i suoi familiari più sorveglianza e più tutela, ciò che è avvenuto non deve ripetersi più", ha aggiunto il legale.
Lunedì si è svolto l'interrogatorio di garanzia - Lunedì mattina, Begalli ha reso spontanee dichiarazioni durante l'interrogatorio di garanzia, svoltosi in Tribunale a Verona. L'uomo, ha riferito il legale, ha solo ripetuto al giudice la posizione tenuta fin dall'inizio dell'indagine, ovvero di non essersi reso conto di aver investito una persona, e per questo di essersi allontanato dal luogo dell'incidente. Il gip Carola Musio, su richiesta del difensore, ha autorizzato Begalli a spostare il luogo in cui sconta i domiciliari dalla casa della madre a quella della sua fidanzata (dove si è svolta la spedizione punitiva), che si trova poco distante, sempre nel comune di Negrar. Dal Ben ha spiegato che sta ancora valutando la possibilità di ricorso al Tribunale del Riesame. Il confronto tra Begalli e il giudice è durato una ventina di minuti.