Aereo delle Frecce Tricolori si schianta sull'aeroporto di Caselle
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In Germania, nel 1988, il Pony 10 si abbatté sulla folla causando 67 vittime. Nel 1973 una collisione a Torvajanica e nel 1974 lo scontro fra due Frecce a Codroipo. Ad aprile è morto Pony 5
E' un anno sfortunato per le Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica dell'Aeronautica Militare costituita il primo marzo 1961 e la cui base è a Rivolto (Udine): prima dell'incidente di oggi, ad aprile è morto il capitano dell'Aeronautica militare Alessio Ghersi assegnato alla Pattuglia acrobatica nazionale dal 2018. Nella formazione a dieci velivoli delle Frecce tricolori era Pony 5, cioè il secondo gregario alla destra del capo formazione. E sono
Ghersi, di 34 anni di Domodossola, sposato, padre di due figli piccoli, era un pilota molto esperto, in grado di pilotare un Eurofighter. Morì alla cloche di un velivolo ultraleggero - un Pioneer 300 della Alpi Aviation di Pordenone - in una breve uscita con un parente, morto anche lui nella caduta, schiantandosi sul Monte Musi, nell'Alta valle del Torre, nel comune di Lusevera (Udine), da un'altezza di 800 metri. Gli investigatori concordarono sul fatto che il Pioneer fosse completamente ingovernabile e che al momento dell'incidente le condizioni meteo e la visibilità erano buone.
Ma nel passato delle Frecce tricolori si annoverano tanti incidenti con un numero di morti di poco inferiore alle 20 vittime. Quello più terribile avvenne però a Ramstein (Germania) nel corso di un'esibizione acrobatica il 28 agosto 1988 durante l'Airshow Flugtag nella base NATO. Durante l'esibizione delle Frecce Tricolori, quando la pattuglia acrobatica si apprestava a completare la figura del cardioide ("a forma di cuore") ci fu una collisione fra i tre Aermacchi MB-339PAN pilotati dal Tenente Colonnello Ivo Nutarelli (Pony 10, Solista), dal Tenente Colonnello Mario Naldini (Pony 1, Capo Formazione) e dal Capitano Giorgio Alessio (Pony 2, Gregario Sinistro). Mentre gli aerei Pony 1 e 2 precipitarono in fiamme sulla pista, il Pony 10 si abbatté sulla folla, causando 67 vittime (tra le quali i tre piloti) e 346 feriti tra gli spettatori. In merito a quella tragedia più volte si è parlato del coinvolgimento a vario titolo nel disastro di Ustica di due dei tre piloti morti.
Nel marzo 1974 si scontrarono in volo due Frecce nel cielo di Codroipo (Udine): morirono il sottotenente Sandro Santilli, di 29 anni, di Osimo (Ancona) e il sottotenente Ivano Poffe, di 28, della provincia di Verona.
L'anno precedente, il 2 giugno 1973, durante l'esibizione in occasione della grande parata militare, durante un sorvolo di Torvajanica (Roma) la Freccia di Angelo Gays entrò in collisione con quella di Antonio Gallus. Gays morì all'istante, Gallus invece rimase ferito. Morì per un altro incidente di volo il 2 settembre 1981 nella base aerea delle stesse Frecce, a Rivolto.
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