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Morte Ramy, carabiniere indagato: "Diffidammo testimone solo dal divulgare video soccorsi"

I due militari, interrogati in Procura, hanno detto: "Credevamo fossero immagini poco etiche"

21 Feb 2025 - 17:37
 © Ansa

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Uno dei due carabinieri indagati nell'inchiesta sul caso di Ramy Elgaml ha ricostruito la vicenda della richiesta di cancellazione di un video girato da un testimone. "Ci siamo avvicinati a lui - ha detto il militare interrogato in Procura a Milano - solo per diffidarlo dal divulgare quelle immagini, convinti che avesse fatto un video delle fasi dei soccorsi e del massaggio cardiaco, immagini poco etiche che non avrebbe dovuto mandare in giro". Simile la versione fornita ai pm dell'altro carabiniere sentito. Entrambi sono indagati per depistaggio, frode processuale e favoreggiamento. Il 19enne egiziano Ramy Elgaml morì dopo un inseguimento dei carabinieri allo scooter guidato da un amico nel quartiere Corvetto.

I due carabinieri sono stati sentiti, dopo una convocazione con invito a comparire, dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini in un filone dell'inchiesta, coordinata anche dall'aggiunta Tiziana Siciliano e dal procuratore Marcello Viola.

L'altra tranche dell'indagine riguarda l'accusa di omicidio stradale contestata al carabiniere che era alla guida dell'ultima macchina inseguitrice e a Fares Bouzidi, che era alla guida dello scooter inseguito per otto chilometri il 24 novembre scorso. Bouzidi è a processo con rito abbreviato per resistenza a pubblico ufficiale.

Il carabiniere, a cui viene contestato in particolare l'aver intimato a un giovane, che si trovava all'angolo tra viale Ripamonti e via Quaranta dove si concluse l'inseguimento, di cancellare un video dal telefono, ha spiegato ai pm che lui e il collega si sono avvicinati perché pensavano che avesse fatto immagini delle fasi dei soccorsi, dei due ragazzi a terra, del massaggio cardiaco.

Inoltre i militari l'avrebbero diffidato dal diffonderle e avrebbero chiesto a lui anche i documenti. Tanto che, come emerso da una consulenza informatica, la foto del documento del testimone è stata ritrovata nel telefono di uno dei due carabinieri. Il giovane teste oculare aveva raccontato a verbale che lui era riuscito a riprendere col telefono le ultime fasi dell'incidente e che i due militari si erano avvicinati e l'avevano obbligato a cancellarlo e lui l'aveva fatto.

Il tecnico informatico Marco Tinti, nominato dalla Procura, ha rilevato tracce della cancellazione di un filmato, senza riuscire, però, a recuperarlo. Sono attesi, intanto, per i primi di marzo, dopo un'ulteriore proroga da poco disposta, gli esiti della consulenza cinematica che dovrà stabilire se, nella fase finale dell'inseguimento, la macchina dei carabinieri che tallonava i due abbia o meno urtato lo scooter e il punto dell'eventuale impatto. Dai filmati acquisiti pare che il 19enne possa essere rimasto schiacciato tra l'auto e il palo del semaforo, perché la macchina e lo scooter, come si vede nelle immagini, si sono schiantate quasi nello stesso punto.

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