La trasmissione di Retequattro ha trasmesso in esclusiva immagini registrate subito dopo l'incidente. Piantedosi: "Il primo fattore è che non si sono fermati all'alt"
Un video inedito sull'incidente costato la vita a Ramy Elgaml getta una nuova luce su quanto accaduto la sera del 24 novembre, quando il ragazzo è morto al termine di un inseguimento dei carabinieri. Il video è stato trasmesso in esclusiva dalla trasmissione di Retequattro, "Dritto e rovescio", condotta da Paolo Del Debbio. Si vede un ragazzo a terra e un carabiniere che gli dice di rimanere fermo, di restare "calmo" e lo rassicura, poi la richiesta di un'ambulanza e di un'auto medica.
Il video è stato registrato dalla bodycam di uno dei militari dell'Arma impegnati nell'inseguimento e le immagini documentano le fasi del soccorso mentre uno dei carabinieri, quello che guidava l'ultima macchina inseguitrice, cerca di rianimare con un massaggio cardiaco Ramy e un altro soccorre Fares Bouzidi, 22 anni, che guidava il mezzo.
"Uno si muove (...) manda un'ambulanza", si sente dire. Il video mostra, poi, Fares in ambulanza che risponde alle domande degli operatori del 118. "C'avevo i carabinieri dietro e poi mi hanno sbattuto", dice Fares in ambulanza. E ancora: "I carabinieri mi hanno fatto cadere (...) non ricordo niente". La soccorritrice gli dice "se ti fossi fermato i carabinieri non ti avrebbero preso" e poi gli chiede "perché non ti sei fermato?". E Fares: "Non avevo la patente". Davanti al gip, interrogato il 12 dicembre dopo l'arresto per resistenza, lo stesso Fares aveva spiegato: "Non ho perso io il controllo, ho sentito questa botta, un urto, questa spinta forte da dietro, poi siamo volati via, questo mi ricordo e ricordo di essermi risvegliato in ospedale".
"Probabilmente noi dovremmo fare un ragionamento, mettere al primo posto il fatto che non ci si sia fermati all'alt: se noi lanciamo il messaggio che fermarsi all'alt per sottoporsi a un controllo delle forze dell'ordine è il primo fattore che può evitare che poi ci si trovi in una condizione di pericolo per se stesso e anche per gli operatori" ha detto il ministro Piantedosi intervenendo in trasmissione, aggiungendo che "potrei citare un'ampia casistica in cui i primi a trovarsi in condizioni di pericolo sono proprio gli operatori delle forze di polizia che talvolta incorrono in incidenti proprio per avere l'obbligo di inseguire le persone che si sottraggono all'ordine di fermarsi, e che in quel momento non sono conosciute alle forze dell'ordine, quindi potrebbero essere persone in qualche modo sospette di fare qualsiasi cosa".