LE INDAGINI DELLA PROCURA

Morte Ramy, i pm: "Non ci sarebbero violazioni nelle modalità dell'inseguimento"

Si continua a indagare sulle fasi finali della tragedia, cioè sull'omicidio stradale contestato al carabiniere che guidava l'ultima auto inseguitrice e al 22enne Fares Bouzidi

18 Gen 2025 - 13:47

Non ci sarebbe stata alcuna violazione di regole, protocolli o norme penali nelle modalità dell'inseguimento di Ramy Elgaml da parte dei carabinieri. Sono queste le valutazioni della Procura di Milano in merito al caso del 19enne morto il 24 novembre mentre fuggiva in scooter dai militari per otto chilometri. Intanto si continua a indagare sulle fasi finali della tragedia, cioè sull'omicidio stradale, contestato al carabiniere che guidava l'ultima auto inseguitrice e al 22enne Fares Bouzidi, amico di Ramy e a bordo del motorino. Si procede anche sul presunto depistaggio e favoreggiamento per il quale sono indagati altri due militari.

L'inchiesta è condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo. Come previsto dall'articolo 55 del codice di procedura penale, la polizia giudiziaria "deve, anche di propria iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant'altro possa servire per l'applicazione della legge penale".

L'inseguimento messo in atto dai carabinieri la notte del 24 novembre 2024, con tre pattuglie e sei uomini, rientrerebbe dunque nelle attività previste e legittimate per la polizia giudiziaria.

La Procura ascolta un carabiniere come teste

 Mentre si attende per i primi di febbraio il deposito della consulenza cinematica sulla ricostruzione dell'incidente e di quella informatica sul telefono del testimone, a cui sarebbe stato chiesto di cancellare un video, i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini hanno ascoltato un carabiniere come teste in Procura. Si tratta del militare che aveva la bodycam che ha ripreso le fasi del soccorso ai due ragazzi, le cui immagini sono andate in onda in televisione.

Verifiche sulla diffusione dei video della bodycam

 Gli inquirenti hanno dovuto verificare se quei video della bodycam fossero depositati agli atti e il militare avrebbe riferito che erano stati consegnati. Sul punto, comunque, e sulla diffusione delle immagini ai media sono in corso verifiche.

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