Intanto, i carabinieri hanno individuato la telecamera di un privato cittadino che copre l'ingresso di un'area adiacente al cortile dello stabile
Continuano le indagini sul rapimento di Kata, la bambina peruviana scomparsa a Firenze il 10 giugno. Lunedì mattina è ripresa la maxi ispezione dei reparti speciali dei carabinieri, tra cui Ros, Gis e Sis, nell'ex hotel Astor alla ricerca di indizi utili a trovare la bimba. Le operazioni dovrebbero completare il programma di controllo approfondito della struttura e delle sue pertinenze cominciato nella giornata di domenica.
Domenica, i carabinieri, con un vasto spiegamento di forze e mezzi che ha visto impegnati anche gli uomini del Ros e dei Gis, hanno setacciato a fondo l'ex hotel Astor per sette ore, dalle 8:30 alle 15:30. Nel corso delle ricerche è stata scoperta un'intercapedine con un accesso al giardino e in un cassonetto è stato trovato un cellulare sul quale saranno svolti approfondimenti. Sarebbe stato anche scovato un altro anfratto al piano superiore, vicino a uno dei terrazzi.
Scoperta telecamera che guarda al cortile dell'hotel - Dettagli utili potrebbero arrivare dalla telecamera di un privato cittadino, individuata dai carabinieri, che copre l'ingresso di un'area adiacente al cortile dell'ex hotel. Secondo gli inquirenti se qualcuno si fosse allontanato da quell'area, scavalcando il muro di cinta del cortile dello stabile, la telecamera potrebbe averlo ripreso.
Ex comandante Ris nominato consulente dai genitori della bimba - Intanto, gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, legali che assistono i genitori di Kata, rendono noto di aver ingaggiato come consulente il generale dei carabinieri in congedo Luciano Garofano, già comandante del Ris di Parma.
"Sono stato nominato dalla famiglia di Kata soltanto sabato. Posso fare mere supposizioni sulla base di quello che ho appreso. Voglio chiedere un incontro con gli investigatori e con i magistrati della Procura. Spero da lunedì in poi, non appena i miei ex colleghi avranno finito la loro ispezione, di poter eseguire un sopralluogo all'interno dell'ex hotel Astor. Considerato che era un porto di mare, si poteva entrare e uscire senza essere ripresi dalle telecamere - ha spiegato Garofano al Messaggero -. Visto che è stato scandagliato ogni centimetro quadrato dello stabile, mi sembra chiaro che la bambina sia stata sequestrata e portata fuori di lì".
E sulla pista della vendetta tra comunità peruviana ed ecuadoregna per il racket delle stanze, ha detto: "Dopo lo sgombero dell'immobile, non c'erano più interessi in gioco in questo senso. Quindi, perché i sequestratori non si sono fatti vivi e non hanno restituito Kata ai suoi genitori? L'ipotesi del ricatto a questo punto sembra venir meno. Ci sono altre motivazioni dietro il suo rapimento, slegate dalla gestione degli affitti dell'ex hotel Astor. Resta tutto quello che ruota attorno al sequestro dei bambini. La cosa che mi sembra chiara, però, è che si sia trattato di un'azione premeditata. Chi ha sequestrato Kata sapeva di poter contare sulla facilità con cui si entrava e usciva da quell'immobile, passando inosservati. Lo studio delle immagini porta via tempo. Per esempio, dalle riprese acquisite finora si vede sull'uscio dell'ingresso, vicino alla bambina, una persona che fa capolino, tentennante. Vanno identificate le persone e raccolte le dichiarazioni sia degli adulti che dei bambini. Solo dopo si possono individuare le piste. Il trascorrere del tempo, senza che si trovi una traccia utile, non va nella direzione più serena di questa indagine. Non significa pensare al peggio, ma normalmente nei sequestri di persona è sinonimo di scenari più gravi".
I genitori rinnovano l'appello: "Chi sa parli" - Attraverso i loro legali, Katherine Alvarez Vasquez e Miguel Angel Romero Chicclo, papà e mamma della piccola, rinnovano il loro appello: "Chi sa qualcosa parli. Anche il più piccolo indizio potrebbe essere utile alle indagini e nulla sarà trascurato. La priorità assoluta in questo momento è riportare a casa Kata".