Dai dati dell'associazione italiana per la sicurezza informatica gli attacchi di phishing risultano cresciuti del 1166%
Il 2016 è stato "l'anno peggiore di sempre in termini di evoluzione delle minacce cyber e del relativo impatto". A sostenerlo è il Rapporto Clusit (l'associazione italiana per la sicurezza informatica) secondo cui gli attacchi di phishing sono cresciuti del 1166%. La maggior crescita percentuale di attacchi gravi nel 2016 è avvenuta, secondo lo studio, nel settore della sanità (+102%), seguito da grande distribuzione (+70%) e banche (+64%).
"Nella situazione attuale i rischi cyber non solo stanno crescendo sensibilmente ma continuano a non essere gestiti in modo efficace, ovvero sono fuori controllo. Siamo giunti ad una situazione da allarme rosso", spiega Andrea Zapparoli Manzoni, tra gli autori del Rapporto.
A preoccupare maggiormente gli esperti del Clusit è la crescita a quattro cifre degli attacchi con phishing e social engineering, tecniche che sfruttano le debolezze degli utenti. E crescono a tre cifre (+117%) gli attacchi riferibili al cyber warfare, un vasto spettro di azioni volte a crescere la pressione in ambito geopolitico o dell'opinione pubblica. Come, ad esempio, gli attacchi alle mail di un partito o alle infrastrutture critiche come i servizi energetici.
Nella lista degli attacchi più significativi del 2016 c'è anche quello alla Farnesina. Inoltre il 2016 è stato l'anno della botnet Mirai, una rete di computer infetti manovrati da hacker, che ha provocato un grave blackout della rete negli Stati Uniti.
A livello geografico, sono cresciti nel secondo semestre 2016 gli attacchi verso realtà basate in Europa (dal 13% al 16%) e in Asia (dal 15% al 16%), mentre sembrano diminuire leggermente le vittime negli Stati Uniti che però restano il paese più colpito dai cyber attacchi. Viene confermata la tendenza a colpire bersagli sempre più importanti, di natura transnazionale.