Benedetto XVI, a otto anni dalla data in cui la sua rinuncia al Papato, annunciata l'11 febbraio, è diventata esecutiva, spiega la sua scelta
"Non ci sono due Papi, il Papa è uno solo": a ribadirlo è Benedetto XVI a otto anni dalla data in cui la sua rinuncia al Papato, annunciata l'11 febbraio, è diventata esecutiva. E Ratzinger sottolinea anche che la sua è stata "una decisione difficile" ma "presa in piena coscienza, e credo di avere fatto bene". Anche se "alcuni miei amici un po' 'fanatici' sono ancora arrabbiati" e se sono circolate "teorie cospirative".
Al Corriere della Sera, Ratzinger ha ricordato che c'è "chi ha detto che è stato per colpa dello scandalo di Vatileaks, chi di un complotto della lobby gay, chi del caso del teologo conservatore lefebvriano Richard Williamson. Non vogliono credere a una scelta compiuta consapevolmente. Ma la mia coscienza è a posto".
Benedetto XVI si è augurato che "Mario Draghi posso risolvere la crisi. È un uomo molto stimato anche in Germania", mentre su Joe Biden ha espresso qualche riserva sul piano religioso: "È vero, è cattolico e osservante. E personalmente è contro l'aborto. Ma come presidente, tende a presentarsi in continuità con la linea del Partito democratico. E sulla politica gender non abbiamo ancora capito bene quale sia la sua posizione".
Infine, sulla prossima visita di Papa Francesco in Iraq, Ratzinger ha osservato: "Credo che sia un viaggio molto importante. Purtroppo cade in un momento molto difficile che lo rende anche un viaggio pericoloso: per ragioni di sicurezza e per il Covid. E poi c'è la situazione irachena instabile. Accompagnerò Francesco con la mia preghiera".