La giovane aveva incontrato l'uomo per un provino da ragazza immagine. Secondo il gup il suo stato di "confusione emotiva" avrebbe reso complesso capire un eventuale "diniego esplicito"
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La serata era cominciata con un bacio, prova di un "coinvolgimento emotivo" che avrebbe reso difficile capire se l'atteggiamento di lei fosse stato di "vaga ritrosia o di diniego esplicito", quindi anche in quest'ultimo caso sarebbe stato difficile cogliere "la sua reazione contraria". È questa la motivazione con cui il Gup del Tribunale di Ravenna Corrado Schieratti il 7 aprile scorso ha assolto un 29enne di Castel Bolognese, nel Ravennate, dall'accusa di violenza sessuale e lesioni ai danni di una studentessa bolognese, al tempo poco più che 20enne. La sentenza punta soprattutto sul fatto che "l'insistenza, forse anche colposamente eccessiva", di lui non sarebbe "mai trasmodata in violenza".
L'accusa - L'imputato, ora assolto, era finito a processo - come riporta Il Resto del Carlino - per violenza sessuale e lesioni aggravate (per alcuni graffi sulle cosce di lei) in seguito a un incontro con la giovane studentessa avvenuto nel 2018 per motivi lavorativi. Ai tempi infatti l'uomo lavorava come impiegato in un'agenzia di ragazze immagine. I due - come sintetizzato nelle motivazioni dell'assoluzione - si erano dati appuntamento nella stazione di Castel Bolognese, ma l'uomo, spiegando alla ragazza che la sala prove dell'agenzia non era disponibile, le aveva suggerito di andare a casa sua.
La sera dei fatti - Qui, durante la cena, l'uomo avrebbe offerto del vino alla ragazza, che ha riferito di averne bevuto "due bicchieri e mezzo". Poi il provino: un ballo in un costumino succinto. La ragazza, risarcita e non costituitasi parte civile durante il processo, ha raccontato che le girava la testa e che lui aveva iniziato a ballare dietro di lei: il ballo sarebbe "confluito in un coinvolgimento emotivo - ha annotato il giudice - quindi in baci che i due ballerini si erano scambiati reciprocamente". A quel punto l'uomo si sarebbe abbassato i pantaloni proponendo prestazioni esplicite e spogliandola. La ragazza sarebbe poi andata in bagno per chiamare una sua amica. Alla fine, sarebbe stato lo stesso agente a riaccompagnare la ragazza.
La sentenza - Dalla ricostruzione dei fatti, il gup ha affermato che la ragazza sarebbe stata "in difficoltà emotiva, non etilica". Nella sentenza si legge: "È possibile che fosse confusa" davanti a "una situazione inattesa con pochi mezzi per fronteggiarla, come spesso accade in età molto giovane". E così "è possibile pensare che un diniego sussurrato da una giovane che faceva di tutto per sembrare tranquilla, potrebbe non essere stato colto" dal 29enne "come effettiva barriera a un rapporto sessuale consenziente". Per queste ragioni il gup al termine del rito abbreviato ha assolto il 29enne dall'accusa di violenza sessuale perché "il fatto non costituisce reato" e dalle lesioni "per non avere commesso il fatto".