L'esperto: "Perdono il contatto con la realtà quando investono un essere di plastica di un'anima"
Sveglia, pappa, bagnetto. I proprietari delle reborn dolls, letteralmente "bambole rinate", simulano le azioni quotidiane che i genitori compiono con i figli appena nati. Un servizio trasmesso a "Fuori dal Coro" analizza il fenomeno diventato virale negli Stati Uniti ma che sta prendendo sempre più piede anche in Italia: protagonisti i bambolotti in silicone o in vinile con fattezze talmente realistiche che sembrano esseri umani in carne ed ossa.
Da Brindisi e Crotone, ai microfoni del programma di Rete 4 i proprietari raccontano l'esperienza di accudire le reborns dolls come figli veri: c'è chi simula il parto e chi, come Soraia, ha adibito una stanza di casa a nursery con tanto di fasciatoio. "In un confronto a un bambino che piange e ha mille bisogni la bambola è comoda", dice. L'esperto Matteo Merigo spiega quali sono le implicazioni di una pratica che camuffa la genitorialità: "Ci sono persone che lo fanno per motivi strettamente artistici ma si arriva anche a una perdita di contatto con la realtà", spiega lo psicologo: "Quando un essere di plastica viene investito di un'anima il problema diventa psichiatrico".