PREVALE L'INTERESSE DEI CLIENTI

Recensioni utenti online, il tribunale di Roma: nessun diritto all'oblio

La decisione riguarda il ricorso di un chirurgo plastico, che ha fatto causa a Google chiedendo di rimuovere la sua scheda, in cui c'erano alcuni commenti negativi

27 Feb 2019 - 08:53
 © agenzia

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Non esiste diritto all'oblio su Internet per un negozio, un ristorante, o qualsiasi altro professionista che presti un servizio al pubblico. Le recensioni degli utenti su Google non possono essere cancellate, a prescindere dalla richiesta del titolare. A sancirlo è una decisione del tribunale di Roma, nella quale si stabilisce un precedente che probabilmente farà storia.

Prima viene il cliente - I giudici, scrive "Repubblica", hanno stabilito insomma che i servizi di recensioni in rete non si possono cancellare perché, nel caso in cui il gestore lo voglia, a prevalere è il diritto di critica degli utenti. Quello che conta è l'interesse generale, che vince su quello del singolo.

Il caso specifico è il ricorso di un chirurgo plastico di Roma, che intendeva ritoccare la sua scheda su Google My Business, il servizio del motore di ricerca in cui gli utenti possono recensire diverse attività professionali, dai locali ai negozi agli studi medici. Molti clienti avevano recensito positivamente il chirurgo, ma c'era anche qualcuno che non era rimasto soddisfatto: quattro persone sconsigliavano di affidarsi alle sue cure. Il professionista così ha deciso di fare causa a Google, chiedendo di rimuovere immediatamente la sua scheda dai risultati di ricerca, o almeno di cancellare i commenti negativi. E ha chiesto anche di far sparire qualsiasi futuro commento negativo nel giro di 24 ore dal momento della pubblicazione.

La diciottesima sezione civile del Tribunale di Roma ha respinto la richiesta condannando il medico in primo grado al pagamento delle spese legali. La sentenza costituisce un precedente significativo per decine di servizi online e milioni di esercenti o professionisti italiani che ogni giorno vengono recensiti, da Tripadvisor ad Amazon alle pagine My Business di Google. Per la loro decisione, i giudici si sono appellati ai principi chiave sanciti dalla Costituzione, dalla libertà d'espressione alla libertà d'impresa, ma soprattutto hanno fatto riferimento ai cambiamenti in atto nella società.

Secondo varie indagini sul commercio infatti 9 consumatori su 10 leggono le recensioni online prima di comprare sia in un negozio reale che in rete. E il tribunale ha ritenuto che rimuovere questa funzione non sia giusto. "Il diritto di critica può essere esercitato anche in modo graffiante e con toni aspri", si legge nella decisione. I professionisti che prestano un servizio devono accettare le critiche. E il diritto all'oblio vale per tutelare il passato delle persone, non per le attività commerciali.

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