A "Pomeriggio Cinque"

Ricercatore morto in Colombia, lo zio di Alessandro Coatti: "Ucciso da una banda che ricatta il governo"

 Le parole a "Pomeriggio Cinque": "Era la persona più buona del mondo" 

09 Apr 2025 - 18:34
 © Da video

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"Era la persona più brava del mondo, non lo dico perché era mio nipote: una ritorsione al governo colombiano". Sono le parole dello zio di Alessandro Coatti, il ricercatore italiano ucciso in Colombia, in circostanze misteriose. Il suo corpo, fatto a pezzi, è stato trovato all'interno di una valigia, lungo un sentiero fuori città. L'uomo era scomparso venerdì da Santa Marta, dov'era arrivato in vacanza il giorno prima. La polizia è riuscita a identificare il corpo del biologo grazie al braccialetto dell'ostello del centro di Santa Marta dove aveva preso alloggio. La conferma è poi arrivata dall'ambasciata italiana a Bogotà.

"Voleva fare il missionario"

 A "Pomeriggio Cinque" lo zio di Alessandro, Giovanni Coatti, racconta alcuni aspetti della vita del nipote: "Voleva fare il missionario e il volontario là", ha spiegato. Lo zio, però, ha rivelato di non essere molto d'accordo con questa scelta: "Sono zone non tanto belle, lui però era sicuro di sé".

"Ritorsione di un gruppo"

 Il comandante della polizia metropolitana di Santa Marta ha spiegato che Coatti non aveva precedenti penali, né aveva ricevuto minacce in precedenza. "Era un turista, uno scienziato senza legami sospetti", ha sottolineato. Resta ignoto, dunque, il movente dell'omicidio. Giovanni Coatti, al programma di Canale 5, ha provato a dare la sua versione su quanto potrebbe essere avvenuto: "Una ritorsione di un gruppo colombiano verso il governo, e per ricattarlo si sono rifatti sui turisti. Ci sono stati già tredici morti e il rituale sarebbe sempre lo stesso: Alessandro è capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato".

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