La "garanzia" di 5mila euro ai richiedenti asilo in Italia
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L'importo di 4.938 euro servirà a garantire "la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale, della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi"
Un decreto del ministro dell'Interno prevede che il richiedente asilo potrà versare quasi 5mila euro se non vuole essere trattenuto in un Centro di accoglienza fino all'esito dell'esame del suo ricorso contro il rigetto della domanda. Questo importo servirà a garantire "la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale, della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi". La disposizione si applica a chi è nelle condizioni di essere trattenuto durante lo svolgimento della procedura alla frontiera e proviene da un Paese sicuro.
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"L'ultima crudeltà" del governo "cozza contro il diritto internazionale: quella dei 5mila euro che si chiedono a chi fugge da discriminazione, guerre e torture per evitare di essere rinchiusi in un centro, un'ulteriore crudeltà inumana di un governo forte coi deboli e debole coi forti". Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, intervenendo in collegamento a "Crea! L'Italia che faremo", in corso a Iseo.
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Per i richiedenti asilo in Italia si ipotizza dunque una sorta di "garanzia finanziaria di 4.938 euro" da versare per evitare di finire in un Cpr. La garanzia finanziaria coprirà il periodo massimo di trattenimento, pari a 28 giorni, e dovrà essere versata dal diretto interessato e non da terzi. La misura si applica al richiedente asilo direttamente, alla frontiera o nelle zone di transito, che è stato fermato per avere eluso o tentato di eludere i controlli e a chi proviene da un Paese sicuro "fino alla decisione dell'istanza di sospensione".
La garanzia dovrà essere versata "in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi". Dovrà inoltre essere prestata "entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico". Nel caso in cui lo straniero "si allontani indebitamente, il prefetto del luogo ove è stata prestata la garanzia finanziaria procede all'escussione della stessa".
La normativa già in vigore prevede il trattenimento durante lo svolgimento della procedura in frontiera, "al solo scopo di accertare il diritto a entrare nel territorio dello Stato", per i richiedenti asilo in una serie di casi. Il decreto richiama inoltre la direttiva la direttiva del ministro dell'Interno del 1° marzo 2000, in cui si dispone che "lo straniero, ai fini dell'ingresso sul territorio nazionale, indichi l'esistenza di idoneo alloggio nel territorio nazionale, la disponibilità della somma occorrente per il rimpatrio, nonché comprovi la disponibilità dei mezzi di sussistenza minimi necessari, a persona".
Non si è fatta attendere la replica delle opposizioni. "Non ce la fanno, è più forte di loro: anche la richiesta di asilo diventa una questione di censo", ha detto il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. "Chi può permetterselo pagherà 5mila euro per evitare di finire in un centro per il rimpatrio mentre analizzano la sua pratica per i poveri cristi che posseggono solo quello che hanno indosso invece si possono aprire le porte dei centri, dove spesso si dorme per terra e manca tutto. La misura è oscena e incommentabile. Dicevano di voler dare la caccia agli scafisti in tutto il globo terracqueo e invece si comportano come loro, taglieggiando 5mila euro con fideiussione bancaria".
A commentare il decreto è stato anche il deputato del Pd Piero Fassino, parlando dell'"ennesima vergogna di un governo mosso solo da istinti repressivi e punitivi. Ma a quante follie dovremo ancora assistere prima che capiscano che devono cambiare strada?".