Il documento imputa il decesso della 18enne alla convinta adesione dei genitori alle teorie di Hamer. Ma l'avvocato della famiglia non ci sta: "Mai aderito alla Nuova medicina germanica"
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Sono scioccanti i particolari che emergono dalle sei pagine del dossier sulla morte di Eleonora, la 18enne padovana deceduta per leucemia in seguito al rifiuto di sottoporsi alla chemioterapia. Come specificato nel documento (redatto dal Comitato etico per la pratica clinica dell'Azienda ospedaliera di Padova), la ragazza "appare immatura dal punto di vista psicologico e pesantemente condizionata dai genitori. Non sembra essere pienamente consapevole della gravità della patologia e dell'urgenza di intervenire con una terapia adeguata".
Come riportato da Quotidiano.net, dal testo emerge che "a partire dagli undici anni, Eleonora è stata condizionata dall'adesione della famiglia alle teorie di Hamer e ha poi vissuto il grave trauma della morte improvvisa del fratello" di tre anni fa, avvenuta a causa di un attacco cardiaco. Nel dossier si specifica che i genitori erano "sempre presenti" e volevano che Eleonora si adattasse "allo stile di vita scelto dalla famiglia, basato sul rifiuto della tecnologia", ossia divieto di guardare la televisione, ascoltare musica e usare il telefonino.
La relazione, inoltre, sottolinea come Eleonora abbia scelto di rifiutare la chemioterapia quando era ancora minorenne. Il Comitato ha poi spiegato che la terapia alla quale doveva essere sottoposta la ragazza "garantisce una probabilità di sopravvivenza superiore all’80%", e che la leucemia linfoblastica acuta è "sicuramente mortale in breve tempo se non trattata". Il dossier è stato dunque inviato al Tribunale dei minori, che ha dato il via all'iter per la perdita della potestà genitoriale della madre e del padre.
Il documento - acquisito dalla Procura - menziona altresì la convinta adesione dei genitori alla Nuova medicina germanica del dottor Hamer, secondo cui il cancro è causato da una trauma subìto e può essere curato senza chemioterapia, ma "con un percorso interiore del paziente stesso". Nei due mesi pre-ricovero in cui ha sofferto in modo sempre più acuto, Eleonora sarebbe stata curata con paracetamolo, agopuntura e cortisone, autoprescritti.
Solo dopo la minaccia del medico curante di rivolgersi ai carabinieri, data la gravità del quadro patologico, i genitori avrebbero portato la figlia al Pronto soccorso di Monselice. Il Comitato infine conclude: "Le terapie suggerite dai medici devono essere somministrate a prescindere dall'immotivato dissenso di Eleonora e dei genitori".
La replica dei genitori - L'avvocato della famiglia, Roberto Mastalia, non ci sta e attacca la ricostruzione: "Il parere del Comitato non è firmato da nessuno. Inoltre è stata sempre Eleonora, intelligente e matura, a resistere alle proposte terapeutiche formulate in maniera priva di sensibilità". Inoltre, "la famiglia non ha mai aderito ad alcuna Nuova medicina germanica, tantomeno per un presunto quanto falso dissapore tra il padre e il primogenito. Infine il Tribunale dei minori ha accertato come Eleonora fosse consapevole dei rischi connessi sia alle terapie, sia al rifiuto delle stesse".