Daniela Acquaviva è stata ascoltata dai carabinieri forestali di Pescara. E' indagata per lesioni colpose in concorso di colpa
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"Purtroppo la mamma degli imbecilli è sempre incinta". Così rispondeva la funzionaria della prefettura di Pescara, Daniela Acquaviva, a Quintino Marcella, il ristoratore che aveva ricevuto una richiesta di aiuto da Giampiero Parete, superstite dell'Hotel Rigopiano. Era il 18 gennaio 2017 e in quei moenti si stava consumando il dramma. I morti furono 29. Per quelle parole, a distanza di un anno, la donna è stata iscritta nel registro degli indagati.
“Un atto dovuto”, spiega il legale della donna che è stata ascoltata ieri dai carabinieri forestali di Pescara. E' indagata per lesioni colpose in concorso. Lei si è difesa sostenendo di aver parlato così perchè dal 118 aveva saputo che la notizia del crollo risultava infondata. In quel giorno Acquaviva, impiegata nel settore economico e finanziario, risultò invece assegnata all'unità di crisi pur non avendo alcun potere decisionale.
Quella frase, però, è una ferita ancora aperta per i familiari delle vittime e per tutta la comunità di Farindola. L'inchiesta si snoda in tre diversi filoni. Ventitrè gli indagati, tra cui l'ex prefetto e il sindaco di Farindola, per diversi reati, fra i quali omicidio e disastro colposo e abuso d'ufficio.