Chiesto un risarcimento di 75mila euro

Rimini, la denuncia di una donna: "Abrasioni e ustioni dopo un trattamento di fotoringiovanimento" | Medico a processo

Il dottore, nei confronti del quale è stata formulata l'ipotesi di accusa di lesioni personali aggravate, respinge con fermezza l'impianto accusatorio 

29 Nov 2024 - 12:00
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È arrivato al tribunale di Rimini il caso di una 40enne che ha querelato un medico specializzato in medicina estetica dal quale si è recata per sottoporsi a un trattamento di fotoringiovanimento mediante luce pulsata. Trattamento che le avrebbe provocato "un forte surriscaldamento del viso e delle guance", tanto che la donna, nella querela, parla di "abrasioni e ustioni" che le causerebbero un forte disagio sociale e professionale. Il processo a carico del dottore, che opera in vari centri della provincia e nei confronti del quale è stata formulata l'ipotesi di accusa di lesioni personali aggravate, è cominciato giovedì. Il fatto è riportato dal Resto del Carlino, il quale sottolinea che il medico respinge con fermezza l'impianto accusatorio. La donna ha chiesto un risarcimento di 75mila euro. 

Il trattamento è stato svolto nel febbraio del 2022. Secondo quanto denunciato dalla donna nella querela, pochi minuti dopo la procedura di fotoringiovanimento, avrebbe avvertito "un sanguinamento e un senso di surriscaldamento e di calore al viso e alle guance". Il dolore sarebbe peggiorato nella notte, così la 40enne avrebbe chiamato il medico "che mi consigliava di prendere alcuni farmaci e che era tutto nella norma". Tuttavia, dolore e bruciore non sarebbero passati neanche dopo giorni. Motivo per il quale la donna si è recata all'ospedale Bufalini di Cesena. "Il referto consegnato dai medici parla di 'ispessimento ed edema dei tessuti moli sottocutanei, in particolare nelle regioni tempero-zigomatico, periorbitale, perinasale e mentoniera'", spiega il Carlino. In particolare, secondo quanto detto dalla donna, in quel periodo i segni sul suo volto sarebbero stati molto evidenti, tanto da impedirle di uscire di casa, e tutt'oggi condizionerebbero la sua vita.  

Stando al Carlino, il medico "sostiene di aver sempre agito nel pieno rispetto dei protocolli e delle linee guida sanitarie e che non sarebbe possibile ravvisare in alcun modo un nesso di causa/effetto tra il trattamento da lui condotto e le reazioni cutanee che successivamente hanno interessato la paziente. Ricostruzione peraltro confermata anche dai periti nominati dalla difesa".

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