La tragedia in Trentino: a causare il decesso sarebbe stata la colchicina, una sostanza tossica estratta da una pianta selvatica
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Erba velenosa scambiata per zafferano. Due coniugi residenti a Cona (Ve) sono morti intossicati dalla colchicina, una sostanza estratta da una pianta selvatica. Giuseppe Agodi e Lorenza Frigatti, rispettivamente di 70 e 69 anni, hanno raccolto l'erba nei boschi di Folgaria (TN) per preparare un risotto. La donna è deceduta il 18 settembre all'ospedale di Piove San Sacco (Pd), diciassette giorni dopo il marito.
La ricostruzione - Giuseppe Agodi, ex cancelliere del Giudice di Pace di Caverzere a Cona, si è sentito male dopo il pasto ed è morto in pochi minuti a Folgaria, dove si trovava in vacanza. In un primo momento si è pensato a un arresto cardiaco. Più lenta l'agonia della donna: ricoverata all'ospedale di Piove San Sacco, in provincia di Padova, è morta nonostante le cure ricevute. I medici hanno subito ipotizzato un'intossicazione alimentare, collegando i sintomi della paziente con quelli del marito deceduto.
I risultati dell'autopsia - La procura di Padova, su richiesta dei sanitari, ha disposto l'autopsia sul corpo del settantenne. L'esame autoptico, eseguito dal dottor Massimo Montisci, ha riscontrato l'assenza dei segni tipici dell'infarto, confermando la diagnosi di avvelenamento. Per ora non è previsto alcun accertamento sulla salma di Lorenza Frigatti. Gli inquirenti hanno inoltrato le carte al Tribunale di Trento, nella cui circoscrizione è avvenuto il primo decesso.
I sintomi dell'intossicazione - Il Colchicum autunnale, la pianta raccolta dai coniugi, causa gravissimi sintomi subito dopo l'ingestione. In un primo tempo compaiono nausea, vomito, diarrea e tachicardia. Nei casi più gravi l'avvelenamento evolve causando ipotensione, convulsioni e morte.