A "Fuori dal Coro" alcune testimonianze: "C'è una responsabilità per omissione e negligenza"
"Mia sorella non soffriva di niente e non era predisposta geneticamente a trombosi venose o arteriose. Aveva solo fiducia nello Stato - ha commentato alle telecamere di "Fuori dal Coro" il fratello di Augusta Turiaco, morta per una trombosi venosa celebrale dopo due settimane dall'unica dose del vaccino AstraZeneca oggi ritirato - Lei è andata felice a vaccinarsi ma ha perso la vita".
"L'ultimo ricordo che ho di lei è un messaggio vocale che conservo e che risale a poco prima che avesse l'emorragia celebrale dove raccomandava a me e a nostra sorella di prenderci cura dei nostri genitori. Alla immissione in Italia del vaccino AstraZeneca c'erano già stati ben 269 casi di trombosi per cui non si riesce a capire come mai questo non sia stato un campanello d'allarme per la comunità internazionale per lo stop del vaccino" ha proseguito l'uomo il cui tribunale di Messina ha messo per iscritto che la morte della sorella è avvenuta a causa della somministrazione di AstraZeneca per poi disporne l'archiviazione.
"Io spero che ci sia un giudice coraggioso che seriamente voglia fare delle indagini perché non è possibile che tutta questa gente sia morta senza avere giustizia. Qui c'è una responsabilità per omissione e negligenza. Noi vogliamo la verità" ha concluso. Una verità che a distanza di tre anni sta venendo fuori con l'ammissione da parte dell'azienda anglo-svedese sul suo vaccino anti Covid che può causare trombosi come raro effetto collaterale, e che secondo i media britannici, potrebbe aprire la strada a risarcimenti multimilionari.