Per l'attentato, avvenuto il 14 maggio 1983, furono condannati Wolfgang Abel e Marco Furlan. Il gestore del locale aveva raccontato di un terzo ragazzo che aveva visto arrivare al cinema con i due terroristi
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Fu incendiato a Milano il 14 maggio 1983 causando la morte di sei persone. Sul rogo del cinema Eros, dato alle fiamme dal gruppo Ludwig, sono state ora riaperte le indagini. Per l'attentato, di matrice neonazista, vennero condannati a 27 anni Wolfgang Abel, morto a fine ottobre in Veneto, e Marco Furlan, uscito dal carcere nel 2008 con l'affidamento ai servizi sociali. Si cerca un terzo uomo dopo quanto emerso nell'inchiesta di un podcast dal titolo "Cinema Eros".
Va ora valutato se attorno ai due killer, che furono condannati per dieci dei quindici omicidi rivendicati da Ludwig, ci sia stata una rete di estremisti neonazisti o di sette esoteriche. Un nodo da sciogliere in particolare è quello del terzo uomo. Il gestore del cinema a luci rosse dato alle fiamme di viale Monza aveva infatti riconosciuto Abel e Furlan come due dei tre ragazzi che per due volte erano arrivati insieme al cinema, dicendo che il terzo era "basso e tarchiato".
Da questo particolare quindi, quarant'anni dopo, ripartono i pm milanesi Leonardo Lesti e Francesca Crupi, che stanno "indagando sulla rete veneta dei ragazzi" servendosi anche degli elementi emersi nel nuovo processo sulla strage di piazza della Loggia a Brescia.