Rappresentano i milioni di bambini denutriti: da Puja, 11 anni, che mangia solo quando trova cibo nella discarica, a Suha, siriana di 4 anni, traumatizzata dalla guerra
Centocinquantacinque sagome per denunciare la condizione dei 155 milioni di bambini colpiti da malnutrizione cronica. È l’iniziativa di Save The Children per la Giornata mondiale dell’alimentazione. Le statuine nere hanno popolato Piazza di Spagna, a Roma. Ognuna di esse racchiude una storia. Come quella di Jeyte, 2 anni che vive in Somalia e non ha un domani: è malnutrito e in ospedale non c’è posto per lui. O ancora Puja, 11 anni, che mangia solo quando trova cibo nella discarica, e Suha, siriana di 4 anni, traumatizzata dalla guerra.
Le storie - Tante le storie, raccontate con poche parole sui profili scuri disposti nei gradini: da Puja, bambina indiana di 11 anni, che si nutre solo quando trova del cibo nella discarica vicino a casa, a Suha, siriana di 4 anni, che non riesce a mangiare per i traumi della guerra. E ancora Mulu, 4 anni, vive in Etiopia: non ha più cibo da quando la famiglia ha perso tutto il bestiame a causa della siccità.
L’iniziativa - L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito della campagna globale Fino all’ultimo bambino, per dare un futuro ai piccoli che non ne hanno uno.
"È importante che le persone siano consapevoli della condizione di milioni di bambini senza un domani a causa della mancanza di cibo provocata da guerra, povertà, cambiamenti climatici - ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children - La malnutrizione e le sue conseguenze, effetto del circolo vizioso innescato da questi fenomeni, compromettono lo sviluppo cognitivo e fisico dei bambini, li condannano a un domani senza opportunità e, nei casi più gravi, alla morte. Continueremo a fare tutto ciò che possiamo per contribuire a eliminare la malnutrizione entro il 2030 e per assicurare a tutti i bambini un futuro. Ciascuno può aiutarci in questa battaglia".