"devo tutelare i bravi ragazzi"

Roma, oratorio a numero chiuso: la decisione del parroco contro bulli e razzisti

La scelta del prete di Santa Maria Regina dei Martiri a Dragona dopo l'ultimo grave episodio: l'aggressione al viceparroco di origine africana. Le famiglie hanno accolto la notizia

06 Mar 2025 - 17:47
 © Ansa

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Bullismo, atti vandalici, bestemmie e parolacce nel campetto della parrocchia, e persino una aggressione razzista ai danni del viceparroco di origine africana: per questo il parroco di Santa Maria Regina dei Martiri a Dragona, periferia sud di Roma, ha detto basta ai giovani violenti e maleducati che "occupano" gli spazi della chiesa e ha deciso che da qui in avanti l'oratorio sarà "a numero chiuso": ogni minorenne che vorrà entrare dovrà fornire nome e cognome e recapito telefonico di uno dei genitori.

Le prime misure di sicurezza prese già un paio di anni fa

 "Devo tutelare i bravi ragazzi", ha detto il parroco. La vicenda è stata riportata sulle pagine romane del Messaggero. Non è la prima misura di sicurezza e di decoro che il parroco, Don Daniele, ha messo in atto nella sua chiesa. Un paio d'anni fa il sacerdote aveva già installato un cancello davanti al sagrato, dove spesso bivaccavano i giovani la notte lasciando rifiuti e bottiglie vuote, mentre contro gli atti di bullismo e le scorribande ha fatto installare le telecamere di sicurezza.

Gli ultimi episodi preoccupanti

 Settimane fa uno di questi ragazzi "difficili" aveva lanciato addosso a una volontaria una sigaretta elettronica, colpendola a pochi centimetri da un occhio. Domenica scorsa l'altro gravissimo episodio: il viceparroco don Exùpery, originario della Tanzania, è stato accerchiato da una ventina di minorenni, insultato con epiteti razzisti e perfino schiaffeggiato.

Per ora nessuna denuncia

 Don Daniele per il momento non ha denunciato nessuno, ma si riserva di segnalare ai carabinieri di Acilia qualsiasi atto contro la legge: "L'oratorio è frequentato da tanti bravi ragazzi ma anche da una minoranza che viene da famiglie difficili - dice il sacerdote al quotidiano - Questa è una parrocchia di frontiera in una piazza di spaccio. Non è facile vivere in questa zona senza punti di aggregazione per i ragazzi" ma, sottolinea, "io devo tutelare il resto dei bambini e dei ragazzi che frequentano l'oratorio e il campetto". La decisione del parroco, a quanto riportato, è stata accolta con favore dalle famiglie.

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