In Italia il reato è in calo, ma aumentano le macchine rubate nella Città Eterna. Il nuovo ladro 2.0 è un hacker che inganna la centralina
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Non rompono più vetri, non forzano le serrature e giocano sul tempo: meno di 15 secondi per un colpo. Sono i nuovi ladri d'auto 2.0: veri hacker che grazie a sofisticati congegni elettronici riescono a ingannare la centralina. In questo modo sono riusciti a rubare nel 2017 quasi 150mila veicoli. La maggior parte delle macchine sono state sottratte a Roma: la capitale dei furti d'auto in Italia. Seguono Napoli e al terzo posto Milano. E mentre nel resto del Paese il reato tende a calare, nella capitale si è registrato un aumento. La Panda è la marca preferita dai ladri.
Sono i dati che emergono dall'ultimo dossier della Polizia Stradale che viene presentato l'8 e il 9 maggio al vertice Euvid. Durante l'incontro 27 forze di polizia europee si confrontano con gli esperti di alcune aziende automobilistiche per parlare appunto del fenomeno dei furti d'auto e ragionare su nuove strategie per fermarlo.
Dal dossier emerge che nel 2017 si è registrato un calo del 6,25% dei furti rispetto all'anno precedente, ma sono diminuiti anche i ritrovamenti del 7,67%. Sempre dal rapporto si scopre che per la prima volta Napoli non è prima in classifica per numero di vetture rubate. Il primato ora spetta a Roma con il 16,64% di macchine sottratte ai legittimi proprietari, segue il capoluogo campano con il 13,5% e Milano con il 7,9%. A livello regionale, invece, rimane in testa la Campania (19,7%), segue il Lazio (18%) e la Puglia (15,2%). La Fiat è il marchio più rubato con la Panda in testa. Al secondo posto Lancia Y e a seguire Volkswagen Golf.
E' cambiato il profilo del ladro d'auto: non è più il ladruncolo di quartiere che rompeva vetri e forzava serrature. Ora i ladri si organizzano in bande criminali con ramificazioni in tutta Europa e utilizzano tecnologie sofisticate che diminuiscono notevolmente i tempi di un furto. "Viene replicato il segnale emesso dalla chiave alla centralina al momento dell'avvio del motore. In questo modo il ladro-hacker riesce a impedire la chiusura del mezzo grazie a congegni chiamati jammer o Rf sniffer. E' come se venisse 'ingannata' la centralina e, una una volta a bordo, il ladro riesce ad accendere la macchina", spiega Giuseppina Minucci, responsabile della terza divisione della Polizia stradale, al Corriere della Sera.
Una volta compiuto il furto, la macchina viene smontata per riciclare i pezzi di ricambio oppure viene rivenduta sui mercati stranieri o italiani. Durante l'Euvid si parla delle nuove strategie per risolvere il problema. "Questo vertice, per la prima volta in Italia, è molto importante per combattere i furti perché oggi il fenomeno non è solo nazionale, ma esistono organizzazioni criminali internazionali la cui provenienza è sempre più riconducibile a Moldavia, Ucraina, Polonia, Romania e Slovenia. Sono molto preparati a livello informatico e hanno un’elevata conoscenza delle tecnologie dei veicoli", spiega Roberto Sgalla, direttore di tutte le specialità della Polizia di Stato.