I giovani casertani sono accusati di tentato omicidio, aggravato da futili motivi. Per il gip il branco ha compiuto atti di inusitata violenza manifestando totale incapacità di autocontrollo
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Sedici, quattordici e dieci anni: 40 complessivi di carcere. È questa la richiesta dell’accusa per i tre aggressori di Maurizio di Francescantonio, il 37enne che, il 18 settembre 2016, era stato massacrato all’interno di un vagone affollato della metro B di Roma. L’uomo aveva solo invitato i tre a spegnere la sigaretta. Gli aggressori sono accusati di tentato omicidio, aggravato da futili motivi. Per il gip il branco ha compiuto atti di inusitata violenza manifestando totale incapacità di autocontrollo.
L’episodio sul treno alla stazione Bologna di Roma è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza della metropolitana. Un pestaggio violentissimo, a cui ha assistito anche la madre di Francescantonio. L’unica che ha cercato di intervenire per fermare la furia dei tre. Ma anche a lei gli aggressori non hanno risparmiato spinte e strattoni.
Il branco - I tre giovani casertani erano arrivati a Roma per trascorrere una notte a base di alcol e droga. Le immagini delle telecamere sono state determinanti per identificare gli aggressori: Antonio Senneca - il più violento - Gennaro e Luigi Riccitiello. Stesso cognome, ma non stesso sangue. Il pm ha chiesto che Senneca sconti 16 anni, Gennaro 14 e Luigi 10.