Prosegue il botta e risposta tra il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il presidente del Roma Pride Mario Colamarino dopo la revoca del patrocinio alla manifestazione. Le istituzioni regionali lombarde snobbano anche Milano
Il Roma Pride non chiederà "scusa" per quella che la Regione Lazio ha definito "una strumentalizzazione e una manipolazione" in merito alla revoca del patrocinio. "Chiaramente non ci sarà alcuna scusa rispetto alle affermazioni di Rocca da parte del Roma Pride. Nessuno ha manipolato nessuno", ha dichiarato il portavoce del Roma Pride, Mario Colamarino. Intanto anche al Milano Pride non parteciperanno le istituzioni. Il Consiglio regionale della Lombardia ha infatti bocciato, con 43 voti contrari e 23 favorevoli, la mozione per delegare un rappresentante dell'Aula a presenziare, indossando la fascia istituzionale, l'evento in programma il 24 giugno.
"Abbiamo solo fatto una richiesta formale alla Regione e loro hanno risposto con la concessione a titolo gratuito del patrocinio. Non c'è stata un'interlocuzione precedente. Forse probabilmente dovevano un po' capire e conoscere quali erano le nostre istanze, che poi sono le stesse da anni, prima di accordare il patrocinio", ha aggiunto il portavoce del Roma Pride, Mario Colamarino, in merito al caso romano.
Dopo la decisione di revocare il patrocinio alla manifestazione Roma Pride 2023, la Regione Lazio ha fatto sapere di essere pronta a concederlo nuovamente se Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride chiederà scusa: "Colamarino chieda scusa per la strumentalizzazione e la manipolazione, e immediatamente ridaremo il patrocinio. Ma non c'è spazio di mediazione per l'utero in affitto", quindi cancellando la parte dedicata alla pratica dell'utero in affitto. "Il gay pride dovrebbe essere la festa di tutti - ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca intervistato su Rtl 102.5 -Non potevo dare il patrocinio a chi rivendica una condotta (l’utero in affitto) che è considerata reato nel nostro Paese".
La decisione della Pisana era arrivata dopo le polemiche montate dall'associazione antiabortista Pro Vita & Famiglia "Mentre in Parlamento il centrodestra propone di rendere l'utero in affitto un reato universale, il presidente Rocca concede il patrocinio al gay pride che vuole legalizzare la maternità surrogata" aveva detto Jacopo Coghe portavoce dell'associazione.
Intanto a Milano il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato, con 43 voti contrari e 23 favorevoli, la mozione per delegare un rappresentante dell'Aula a partecipare, indossando la fascia istituzionale, al Milano Pride 2023 in programma il prossimo 24 giugno. Il "no" è arrivato dopo che l'Ufficio di presidenza aveva già negato il patrocinio all'evento del 9 maggio. Nel testo, a prima firma del consigliere di Patto Civico Luca Paladini, si chiedeva "analogamente a quanto deliberato nel 2022" una partecipazione istituzionale alla manifestazione "al fine di ribadire l'impegno di Regione Lombardia volto a superare qualsiasi forma di discriminazione e disuguaglianza, promuovendo il pieno rispetto della dignità umana, per una società più giusta, più equa e inclusiva".