La testimonianza

Percosse e violenze verbali su anziani in un Rsa a Como, l'infermiere che ha denunciato: "Venivano lasciati sporchi"

A "Pomeriggio Cinque" le parole di Pasquale Moretti

25 Feb 2025 - 19:35
 © Da video

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A Como le forze dell'ordine hanno arrestato sette persone, tutti operatori di una Rsa, coinvolti in episodi di presunte percosse, ingiurie e violenze verbali e fisiche a danni di anziani inermi, ospiti della struttura. Attualmente, due si trovano in carcere e cinque ai domiciliari. L'inchiesta, iniziata ad agosto dello scorso anno, riguarda l'Rsa Sacro Cuore di Dizzasco, in provincia di Como. "Pomeriggio Cinque" approfondisce il caso con la testimonianza di Pasquale Moretti, l'infermiere che ha denunciato questi episodi di presunti maltrattamenti all'interno della struttura.

La testimonianza dell'infermiere

 "Alcuni ospiti venivano tirati i capelli per farli alzare su dal letto, altri venivano privati dei campanelli per evitare che disturbassero il personale, e altri ancora venivano lasciati con i pannoloni sporchi durante la notte e cambiati solo il mattino seguente", spiega l'infermiere Pasquale Moretti. E aggiunge: "Inoltre venivano dati cazzotti e schiaffi. A darmi la spinta per denunciare è stata un'anziana signora che poi mi ha scritto una lettera per ringraziarmi". Dopo la denuncia, però, la vita dell'infermiere cambia radicalmente: "Ho rischiato lo sfratto e poi, grazie alla social housing e all'assistente sociale, sono riuscito a recuperare la casa. Nessuno mi vuole più prendere a lavorare perché hanno tutti paura di me", racconta Pasquale: E conclude: "In questi mesi i carabinieri sono stati gli unici a farmi da psicologi e a farmi la spesa a casa. Tra due mesi mi staccheranno sicuramente la corrente e tra poco mi ritroverò per strada".

Nel corso dell'intervento in diretta dell'infermiere, l'azienda risponde con un comunicato che viene letto dalla conduttrice Myrta Merlino: "Teniamo a evidenziare che mai da ospiti, da loro parenti o dal personale della struttura sono pervenute segnalazioni di condotte inappropriate, nonostante siano attivi plurimi sistemi a tal fine sia in loco sia tramite il sito internet con tutela dell'anonimato. E ancora nel contempo confermiamo la volontà di continuare a operare nell'assoluto e prioritario benessere dei nostri ospiti". "Questi signori sapevano benissimo quello che succedeva lì dentro perché, mentre lavoravo, ho avuto due confronti con loro rispetto a quello che succedeva. Prima di andare dai carabinieri mi sono confrontato con il direttore della struttura, il fatto che loro dicono di non sapere niente è assolutamente falso", replica Paquale Moretti. Infine, l'uomo racconta di essere anche stato vittima di minacce. "Ho ricevuto minacce sul telefono in anonimo dai miei colleghi e poi un giorno, mentre stavo facendo la spesa, si è avvicinata una macchina e una persona mi ha detto che mi avrebbe tagliato la testa o la gola", conclude l'infermiere.

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